“Risaliamo la penisola e andiamo nella civilissima Parma dove il corrotto di turno i soldi li prendeva così”. Era il 20 marzo scorso quando la trasmissione di RaiTre Presadiretta di Riccardo Iacona aveva raccontato nella puntata “Corrotti” alcuni casi. Tra questi, appunto, aveva ricostruito la prima parte dell’indagine emiliana “Green Money” condotta dalla guardia di finanza che ha portato alla seconda ondata di arresti di oggi.

L’inchiesta di Presadiretta, curata dal giornalista Danilo Procaccianti, era partita dal parmense Nunzio Tannoia, 48 anni, funzionario della municipalizzata che si occupa di ecologia, acqua e rifiuti Enia. Dopo oltre un anno di attività investigative, comprese le intercettazioni ambientali che hanno accertato lo scambio di mazzette, era stato ricostruito un giro di tangenti dai 4 ai 7 mila euro che gli imprenditori avrebbero pagato a Tannoia.

Oltre a lui, agli arresti erano finiti anche Gianluca Allodi, Francesco Borriello e Alessandro Forni, in un secondo momento rimesso in libertà. E le fiamme gialle avevano descritto un sistema di corruzione negli appalti pubblici che vedeva il funzionario Enia in primo piano. L’azienda, infatti, si occupava per conto del Comune della manutenzione ordinaria e straordinaria di parchi, giardini e rotonde. Milioni di euro che mai avevano destato, prima delle ordinanze di custodia cautelare, un solo interrogativo.

Danilo Procaccianti, realizzando il suo servizio, ha incontrato per primo Italo Fiorani, sindacalista della Cisl e per vent’anni occupato a Enia. “Tra il 2005 e il 2006”, ha detto Fiorani al giornalista di Presadiretta, “abbiamo cominciato a vedere e a capire che venivano fatti affidamenti di lavori ad aziende non conosciute e non pagati in modo corretto o pagati molto di più del lavoro vero e proprio. Lavori da 20 mila euro diventavano da 200 mila. Oppure c’erano lavori destinati, ma non fatti e solo pagati. C’era la fattura ufficiale da 10 mila euro e quella ufficiosa da 100 mila”.

Una situazione di cui il management Enia non sarebbe stata all’oscuro perché Fiorani l’ha evidenziata. “Ho iniziato a denunciarla già dal 2006 a tantissimi dirigenti. Era lampante che il nuovo responsabile prendeva denaro dalle aziende per affidargli lavori o più lavori. Per essere proprio chiari e precisi prendeva delle mazzette che non erano solo soldi, ma spesso anche proprietà, macchine, gioielli, telefoni”.

Un tatuatore che diventa dirigente del verde pubblico. Il soggetto di queste affermazioni è sempre lui, Nunzio Tannoia, dal 2005 responsabile del verde pubblico, anno in cui avvia anche la riorganizzazione dell’ufficio. “Nel giro di sei mesi, un anno”, spiega ancora il sindacalista della Cisl, “ha completamente smantellato, licenziato e accorpato su di sé tutti i rapporti con questa gente e anche con alcuni dirigenti del Comune.”

Italio Fiorani, alle telecamere di RaiTre, fa anche i nomi di chi avrebbe voluto Tannoia lì dove si trovava: l’allora responsabile del settore, Mauro Bertoli, promosso poi a direttore generale della Società operativa territoriale. La scelta, ai tempi, aveva destato curiosità in qualcuno perché Tannoia aveva un percorso professionale del tutto diverso, dato che fino ad allora aveva fatto il tatuatore. “Non avrei altra spiegazione se non il fatto che sia stato scelto con certe finalità”, ha concluso Fiorani, “trovare dei soldi per se stesso o forse anche per qualcun altro”.

Interpellato dal giornalista, Bertoli aveva negato in merito al suoi coinvolgimento diretto nella nomina di Tannoia. “Abbiamo seguito tutte le procedure aziendali pertanto non c’è nulla di vero in tutto ciò”. E in merito alle notizie su presunte tangenti che Fiorani aveva comunicato a Enia, ha detto: “Non posso rilasciare alcun tipo di dichiarazione in quanto l’azienda ha deciso che le dichiarazioni le rilascia solo l’ufficio di relazioni pubbliche”.

Una selezione che non so neanche in che anno…” Quando il giornalista di Presadiretta ha realizzato il suo servizio, Enia non gestiva più il verde pubblico di Parma per mancato rinnovo del contratto ed era confluita nella multiservizi Iren. Così era stato chiesto a Xelina Xerra, responsabile della comunicazione, qualche dettaglio ulteriore rispetto alle parole di Bertoli.

A lei, dunque, il compito di dire in base a quali criteri era stato selezionato Nunzio Tannoia. “Le persone che entrano a far parte della società”, aveva risposto, “vengono scelte con attività di selezione. Il direttore di Enia Parma, all’epoca dei fatti, era il dottor Bertoli”. E alla domanda se fosse stato proprio lui a scegliere il dipendente “infedele”, ha detto: “No, non ho risultanze di questo tipo”.

“Non lo sa oppure mi può dire di no?” l’aveva incalzata il giornalista e lei, con un sorriso imbarazzato e il palmo della mano di fronte alla telecamera per chiedere di fermare un attimo la registrazione, aveva poi risposto: “Ritorniamo al punto di prima, parliamo di una selezione avvenuta non so neanche in che anno…”

Tannoia ha trascorso in carcere quattro mesi e non ha rivelato l’identità di nessuno ai magistrati. Ma rimane un altro nodo da risolvere: la totale cecità del Comune di Parma, con un bilancio disastrato al punto da far temere la bancarotta, di fronte a lavori appaltati e mai eseguiti.

Giorgio Pagliari, capogruppo del Pd in consiglio, ha detto: “La responsabilità politica dell’amministrazione e quindi dell’assessore è evidente. È evidente che dal punto di vista amministrativo qualcosa che non quadra c’è”. E ha rincarato: “Il dirigente della gestione del verde in Comune è stato promosso a dirigente di tutta la struttura”.

L’assessore: “Basta una potatura in più che i costi triplicano”. E allora le domande, intanto infittitesi con la promozione di cui sopra, sono state girate proprio all’assessore competente, Cristina Sassi. “Mi è sufficiente che ci sia da fare uno sfalcio in più su 3 milioni di metri cubi o un giro di potature in più in 70 mila piante che abbiamo, che altro che raddoppiarsi, si devono triplicare i costi. Al di là di quello che possa dire il dirigente, c’è un preziario”.

“Si parla di fatture per lavori mai eseguiti”, faceva notare il giornalista. E l’assessore: “Non credo che sia possibile. Bisognerà provare quelli che sono i lavori mai eseguiti”. A proposito della promozione del dirigente del settore ambiente, ha infine detto: “Ha avuto, più che una promozione, un riconoscimento per la lunga attività che ha svolto all’interno dell’amministrazione comunale. Sono anni che ne fa parte e dalle indagine interne non sono emersi rilievi penali”.

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