Mentre continuano i raid aerei della Nato sul bunker di Muammar Gheddafi, si intensificano le operazioni diplomatiche. Con una novità: il primo contatto dall’inizio della crisi, ieri a Parigi, tra il regime di Tripoli ed esponenti del fronte dei ribelli. E’ quanto riferisce Mikhail Margelov, inviato speciale per l’Africa del presidente russo Dmitry Medvedev, oggi nella capitale per incontrare il premier libico al Baghdadi al Mahmoudi e il ministro degli Esteri Abdul Ati al Obeidi.

Trattative complicate a giudicare dalle parole di Saif Al Islam, uno dei figli del rais, che in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ ha dichiarato: “Elezioni subito, con la supervisione internazionale: il mondo così scoprirà quanto Gheddafi è popolare”. “Batteremo i ribelli alle urne”, è convinto al Islam. Che all’Italia manda a dire: “Vergogna”. La complicata situazione politica italiana non dispiace al figlio del Colonnello. “Berlusconi è in difficoltà – dice – bene. Non possiamo che gioirne”. Per al Islam, il comportamento del premier e del ministro degli Esteri Franco Frattini è stato “abominevole” con il regime. “Fino a tre mesi prima lo scoppio della ribellione venivano a inchinarsi e baciavano le mani a Gheddafi – ricorda – salvo poi voltare la schiena e passare armi e bagagli tra le file de nostri nemici alla prima difficoltà”.Non per questo però, sottolinea il figlio del rais, i vertici di Tripoli serbano rancore all’Italia. “Apprezziamo le critiche alla guerra e contro la Nato avanzate dalla Lega – spiega -. Guardiamo con interesse i vostri partiti di sinistra”. Ma la proposta di imminenti elezioni, formulata dal figlio di Gheddafi, è stata subito bocciata dagli Stati Uniti. “E’ troppo tardi ormai”, hanno commentato dal dipartimento di Stato Usa.

Nonostante le critiche dai vertici libici, l’Italia continua i contatti con i ribelli. Domani, ha annunciato Frattini, verrà firmato con il Consiglio nazionale transitorio libico (Cnt) un accordo di “cooperazione per prevenire e contrastare il flusso di immigrati irregolari, inclusa la problematica dei rimpatri”. A Roma, forse già la prossima settimana, si terrà inoltre una “grande assemblea”, ha annunciato il ministro, a cui parteciperanno tutti i capi tribù e tutti i rappresentanti della società libica. “Ci saranno tra le 200 e le 300 persone – ha aggiunto Frattini – che rappresenteranno davvero tutta la Libia”.

Mentre in Spagna, il governo ha deciso oggi l’espulsione dell’ambasciatore libico Abdussalam Ali Breni e di altri tre funzionari del regime. Il diplomatico “dispone di dieci giorni per lasciare il territorio nazionale” ha indicato in una nota il ministero degli Esteri iberico. Le autorità spagnole hanno deciso di “porre fine alla missione dell’ambasciatore accreditato a Madrid dalle autorità di Tripoli – spiegano – perché il regime di Gheddafi ha perso ogni legittimità a causa della continua repressione che esercita contro il popolo libico”. I tre funzionari espulsi, invece, spiegano da Madrid, “realizzano attività incompatibili con il loro status diplomatico”. La scorsa settimana il ministro degli Esteri Trinidad Jimenez aveva riconosciuto come interlocutore legittimo in Libia il Cnt.

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