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Penserete che siamo pazzi…

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Ci siamo rinchiusi in casa per un mese. Ci siamo privati della libertà di uscire e respirare aria fresca. Mangiamo solo cibi in scatola. Penserete che siamo pazzi qui dentro, ma noi siamo convinti che i pazzi stanno fuori, sono quelli a cui “non interessa la politica” e non sanno del referendum che alcuni cercano di portarci via.

Tutto è nato da un’idea di due ragazzi che non sopportavano più di restare fermi a guardare il futuro che scivolava via. Ma un’idea non muore mai, è viva, dinamica, si trasforma e in questo caso si è trasformata nella protesta de ipazzisietevoi.org. grazie al sostegno di Greenpeace.

Siamo ragazzi e ragazze comunissimi, che come molti altri in Italia sono irritati, esterrefatti e indignati per le scelte che il governo sta prendendo, in contrasto con qualunque tipo di democrazia. Crediamo nella nostra protesta, perché siamo convinti che lottando si possano raggiungere dei risultati.

Siamo stanchi di sentire gente che si lamenta e siamo nauseati dal veder raggiungere obiettivi con metodi illeciti. Il futuro è nostro, quindi siamo noi a dover cambiare le cose.

Ci siamo trovati davanti a un bivio: aspettare che qualcuno decidesse per noi e passare la vita a lamentarci oppure agire.

Siamo giovani e abbiamo due armi per farci sentire: le intenzioni e l’organizzazione. Le rivoluzioni partono da pochi e crescono se ben organizzate. Noi vogliamo una rivoluzione delle coscienze: che ognuno si senta responsabile del proprio domani e che si senta in grado di agire, di parlare, di far girare le idee!

Nel rifugio all’inizio eravamo in sette. Ora siamo rimasti in quattro: Alessandra, Alice, Luca e Silvio. Marco è tornato a casa per non perdere il lavoro ma continua a darci il suo sostegno. Pierpaolo e Giorgio, invece, hanno spostato la nostra protesta al Pincio, si sono rinchiusi da tre giorni in un contenitore di quattro metri per cinque, per mostrare cosa significa trasformare la propria casa in un grande bidone radioattivo. Non siamo i soli a ritenere che il nucleare sia una scelta irresponsabile e folle, e non saremo i soli a votare “SI” al referendum del 12 e 13 giugno.




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