Roberto Morrione se n’è andato. Salutandolo, qualcuno ha detto la cosa più bella – per un giornalista, per un uomo, per un padre – “abitava la verità” . E’ stato un giornalista, ma è stato soprattutto uno dei pochi che non ha speso un solo giorno lavorando nella “Grande fabbrica dei Sogni e delle Menzogne”. Per questo, quella Grande Fabbrica lo ha sempre avuto in grande sospetto, fino a metterlo in soffitta, visto che non poteva fare di peggio.

Roberto pensava che la Rai dovesse essere un servizio pubblico. E’ andato in pensione, sconfitto come tutti noi, mentre la Rai veniva selvaggiamente privatizzata dalla Casta politica. Pensava che un servizio pubblico, per essere tale, non può servire il Potere. E non può neppure stare a mezza strada tra la gente e il Potere: perchè la verità non sta a mezza strada. Si dedicò a Libera Informazione, quando, uscendo dalla Rai, potè tornare ad essere un libero giornalista e un libero cittadino. Entrò nella redazione di Cometa – Critica delle Comunicazione, regalandomi l’onore della sua collaborazione. Non mancò a nessuna riunione, finchè potè.

Vidi, in quel gesto, una prova ulteriore di grande coraggio e indipendenza di giudizio. Cometa era ed è un posto scomodo. Altri ne rimasero lontani, temendo il contagio, o danni alla carriera. Roberto era libero. Ha seminato bene. Non lo dimenticheremo.

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