Il premier cambia idea e durante l'ufficio di presidenza del Pdl dice che è stato un errore caricare di significato politico l'ultima tornata elettorale. Marcia indietro anche sull'ipotesi di spostare i ministeri a Milano
Spostare l’attenzione dal governo ai candidati sindaci, per far sì che il sempre più possibile fallimento del ballottaggio a Milano e Napoli non possa essere attribuito a Palazzo Chigi. E “depoliticizzare” il voto amministrativo. La responsabilità della sconfitta deve ricadere interamente su Letizia Moratti e Gianni Lettieri, sulla loro campagna elettorale, sui programmi delle città. E’ questa la nuova indicazione impartita da Silvio Berlusconi. “Abbiamo scelto candidati deboli”, avrebbe detto il premier. E nonostante la smentita quasi immediata del portavoce, Paolo Bonaiuti, (“Io ero dentro e le parole di Berlusconi sui ballottaggi non sono vere”), la frase del Cavaliere appare solo come una conferma a quanto già detto negli ultimi giorni. Nessuna novità dunque.
Dopo aver investito le amministrative di un valore nazionale, dopo aver più volte ribadito che il voto di Milano e Napoli era importante “per rafforzare il governo centrale”, dopo aver condotto l’intera campagna elettorale al posto dei singoli candidati a colpi di spot e televendite, il premier cerca di chiamarsi fuori dalle responsabilità del fallimento. “Abbiamo scelto candidati deboli”, ha detto oggi durante l’ufficio di presidenza del Pdl, riferiscono alcuni esponenti del Pdl presenti al vertice di maggioranza. La preoccupazione a Palazzo Grazioli è alta. Non tanto per la sconfitta in sè, ma per le conseguenze che potrebbero scaturirne sull’alleato leghista. Umberto Bossi, del resto, era stato chiaro: “Se a Milano Moratti vince lo fa grazie a noi, se perde è colpa di Berlusconi”.
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Il tentativo di mettere sul piatto della bilancia il trasferimento di due ministeri al nord, non a caso compiuto solo dopo il risultato negativo del primo turno, non è stato sufficiente a conquistare la rinnovata fiducia del senatùr. Perché Bossi, da contadino della politica quale è, se inizialmente ha accolto con soddisfazione l’offerta, si è presto accorto che alla base del suo partito non “gliene frega niente”, per usare le parole espresse lunedì durante la consueta riunione in via Bellerio, quartier generale milanese del Carroccio. E senza militanti non ci sono voti. Il leader leghista ha maldigerito la doccia gelata delle amministrative milanesi, con un crollo dei consensi rispetto alle regionali di oltre tre punti percentuali. E il motivo è soltanto uno: la base chiede ai leader di lasciare Berlusconi, scaricarlo, abbandonarlo alle sue beghe romane altrimenti li lasciano affondare con lui. Ma fino a dopo il ballottaggio Bossi e il premier, così hanno deciso, si terranno in equilibrio precario mostrando però all’esterno condivisione d’intenti. Poi si vedrà.
Intanto, questo il ragionamento del Cavaliere, allontaniamo da Palazzo Chigi le nuvole che arriveranno con l’eventuale sconfitta al ballottaggio e spingiamole dove uno potrebbe aspettarsele: sopra la testa dei candidati. Così, Moratti e Lettieri, oggi, sono “deboli: le scelte sbagliate”. Non solo. Per il premier, sull’esito delle amministrative ha gravato anche la decisione di avere politicizzato eccessivamente il voto. Il premier ha anche fatto intendere che non ci saranno ricadute a livello nazionale anche se i ballottaggi confermassero i candidati del centrosinistra, forte della fiducia sul decreto Omnibus incassata ieri alla Camera, il capo del governo si è detto convinto che lo aspettino “due anni di lavoro fantastici”, in cui l’esecutivo, forte “della nuova maggioranza farà finalmente le riforme”.
Marcia indietro anche sulla nuova querelle che agita la maggioranza, la famosa “sorpresa” di spostare alcuni ministeri a Milano. Idea caldeggiata dalla Lega Nord che aveva provocato l’alzata di scudi del sindaco di Roma Gianni Alemanno e della presidente del Lazio Renata Polverini. Berlusconi, riferiscono i presenti, avrebbe proposto di istituire degli uffici di rappresentanza al Nord senza togliere i dicasteri dalla Capitale. Il premier ha comunque confermato che la questione sarà presa in considerazione solo dopo i ballottaggi, quando andrà in scena il redde rationem con il partito di Umberto Bossi.
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La Redazione
Roma, 6 feb. (Adnkronos) - Era ancora uno studente quando entrò nella Resistenza a Milano con il nome di 'Alessio'. Partigiano, giornalista, filosofo, parlamentare e dirigente comunista con Enrico Berlinguer segretario, Aldo Tortorella si è spento ieri all'età di 98 anni. Era nato a Napoli nel 1926, trascorse la giovinezza tra la Liguria a la Lombardia. Divenne responsabile degli studenti antifascisti con Gillo Pontecorvo. Venne arrestato dai fascisti ma con una rocambolesca evasione, travestito da donna, riuscì a fuggire e a Genova continuò la lotta partigiana. Il 25 aprile quando l'Unità, non più clandestina annuncia, la Liberazione, Tortorella appena diciannovenne era il redattore capo dell'edizione ligure del giornale del Partito comunista.
Nel 1957 si trasferisce a Milano, dove subentra a Davide Lajolo nella direzione de l'Unità. In seguito diverrà segretario della Federazione milanese del Pci e poi del Comitato regionale lombardo. Direttore nazionale de l'Unità dal 1970 al 1975, nel 1971 Tortorella è eletto per la prima volta deputato. Confermato sino al 1994, è stato responsabile della politica culturale del Pci durante la segreteria di Enrico Berlinguer.
Nel 1989, Tortorella fu uno dei principali oppositori della Svolta della Bolognina. Tuttavia, quando il Pci divenne Partito Democratico della Sinistra (Pds), vi rimase come membro della corrente di sinistra guidata da Giovanni Berlinguer. Nel 1999, allo scoppio della guerra del Kosovo , Tortorella abbandonò il Pds in polemica con l'allora primo ministro e segretario del partito, Massimo D'Alema. Tortorella lascia la moglie e il figlio Giuliano.
Roma, 6 feb. (Adnkronos) - Coda polemica alla Camera prima del voto finale sul decreto legge cultura. Il ministro Alessandro Giuli chiede e prende la parola per esprimere un ringraziamento: "Vorrei cogliere il dato positivo -afferma l'esponente del Governo- che va oltre le critiche più che legittime che sono emerse da questa discussione. La parola Olivetti non risuonava in questo Parlamento da tanto tempo, da tanti decenni. Se mi consentite anche perchè Adriano Olivetti..." A quel punto dai banchi dell'opposizione si manifesta un certo malumore e il vicepresidente e presidente di turno, Sergio Costa, ribadisce al ministro che il suo intervento è per "ringraziamenti".
"Allora per le polemiche -conclude Giuli- ci vedremo nelle sedi opportune. Grazie anche a chi non sempre merita del tutto i ringraziamenti o sceglie di non riceverli".
Roma, 6 feb. (Adnkronos) - "In aula Nordio ha sbugiardato Giorgia Meloni. La premier ha detto che il ministro della Giustizia non sapeva nulla, e invece il ministro ha detto tutto il contrario. Qui il pasticcio non l'ha combinato la Cpi, l'ha combinato il governo Meloni mentendo a ripetizione davanti al Paese e al Parlamento". Lo dice il capogruppo M5s alla Camera, Riccardo Ricciardi, al Corriere della sera. "Questa è una questione politica. E' Meloni che come al solito, per nascondere i suoi fallimenti su immigrazione e sul fronte economico, l'ha buttata in 'caciara'".
"Per noi del Movimento 5 Stelle tutte le opzioni sono al vaglio. Di sicuro proseguiremo con un forte ostruzionismo. Non è possibile trattare il Parlamento così: vedere quella sedia vuota di Meloni è stato svilente, per il Parlamento e per il Paese".
Roma, 6 feb. (Adnkronos) - Con 149 voti a favore e 98 contrari la Camera ha approvato il decreto legge contenente misure urgenti in materia di cultura. Il testo, da convertire in legge entro il prossimo 25 febbraio, passa ora all'esame del Senato.
Roma, 6 feb. - (Adnkronos) - Come previsto la Bank of England ha deciso un taglio di 25 punti base, portando il tasso di riferimento al 4,50%, il livello più basso da quasi due anni. Si tratta del terzo intervento in sei mesi da parte del Monetary Policy Committee: questa volta due dei nove membri del MPC hanno votato in disaccordo, suggerendo un taglio più consistente, pari a 50 punti base.
Roma, 6 feb. (Adnkronos) - "Da quello che emerge siamo di fronte a un fatto gravissimo. Vengono spiati giornalisti e questo è di una gravità inaudita in una democrazia. E se poi l'azienda decide di interrompere un contratto per ragioni etiche, nella prima spiegazione del governo c'è qualcosa che non torna... Il governo deve spiegare come e perchè si è interrotto il rapporto. La situazione è seria e accresce l'imbarazzo in cui il governo ci pone". LO dice Giuseppe Conte a L'Aria he Tira su La7.
Al leader M5S viene chiesto se da presidente del Consiglio avesse notizia dal contratto con l'azienda israeliana, Conte risponde: "Non sono mai sceso a livello di singolo contratto e quindi non potrei dire a quando risale questo contratto ma il problema non il contratto ma l'uso che se ne è fatto".
Roma, 6 feb. (Adnkronos) - "Ieri c'è stato un atto di viltà istituzionale, la premier, di fronte alla vicenda scandalosa di Almasri è rimasta nascosta. Si è comportata e si sta comportando senza onore. Rivendichiamo che lei venga". Lo dice Giuseppe Conte a L'aria che Tira su la7. "Dice che sta lavorando, ma a cosa sta lavorando? A difendere la Santanchè? Ad aumentare lo stipendio dei ministri? La vicenda di Almasri è una vergogna nazionale e a livello internazionale le conseguenze non si fermeranno qui. Noi continueremo. Meloni calpesta la legge, si sente intoccabile".
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