A Parma c’è Gardaland: è in via Farini.

La chiamano movida: bicchiere pieno senza sete, sciame di noia lampadata, adolescenza sbottonata sul villo imbiancato cinquantenne, vescica fragile che tinge i muri gialloparma (o giallopiscia, stando all’ira dei residenti).
Chi assiste dalla finestra è esasperato: tra aliti al doppio malto e perlage d’alto borgo dichiara guerra al sindaco Simpa, Pietro Vignali. Gli esercenti non ci stanno alla chiusura dei bar alle 22,30 e in una sola sera raccolgono mille firme tra i movidaioli (la stima è imprecisata come il tasso alcoolico dei firmatari).
La tensione tra residenti e giovani simpa è al limite, niente sangue, ma scorre molta urina, a galloni.

Dalla Spagna sale l’onda giovane di indigandos e la Parma del cicchetto young afferra il concetto: giovedì 26 maggio il sit-in davanti al Comune di Parma griderà forte il NO indignatissimo con un burp, una malva, un proseccchino: la movida non si tocca! Prosit.

Eppure il sindaco Simpa, slogan coniato durante la sua campagna elettorale, ha fatto di Via Farini il suo vivaio civico, crogiolo di consensi, ricambio generazionale di elettori, pastura per vitelloni da bar. Forse “simpa” non stava per simpatico, questo spiegherebbe l’esercito di “simpanzè” dal calice facile: un branco di giovani che sa già di tappo e che proprio in Via Farini si sente legittimato dal Modello Parma: l’enorme scatola da scarpe che ingombra la strada per far piacere al Re del Cotto (manco crudo: cotto). Si fa chiamare dehor, ma è come andare di corpo e dire che tre ore prima quella cosa lì era un eccellente filetto di maiale. Sigillo monumentale alla trasgressione. A fregarsene.

Un brindisi: al sindaco della Staffa.

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