“Manca una piccola corsa per la vittoria, supereremo il 51 per cento”. Così Giuliano Pisapia parla per la seconda volta ai suoi sostenitori riuniti al teatro Elfo Puccini in corso Buenos Aires a Milano. Dal primo pomeriggio si commentano i dati e l’euforia cresce insieme alla sorpresa. La prima volta il candidato si fa attendere fino alle 19.10 prima di apparire. Le schede spogliate sono appena cinquantamila e confermano le proiezioni, vanno oltre: Pisapia al 48 per cento, Moratti a poco più del 41. Non un successo, di più. Un’utopia trasformata in realtà. Perché fino a stamani tutti puntavano al ballottaggio ma con la Moratti in testa. Il dubbio era il margine, tanto che gli stessi esponenti del Pd, interpellati a fine mattinata confidavano in un distacco massimo di cinque punti percentuali. Alle 16 il teatro comincia a riempirsi. Alle prime proiezioni cominciano ad apparire alcuni esponenti locali del partito, si chiudono in una sala privata al primo piano del teatro dove Pisapia aspetta i risultati. I dati delle proiezioni si susseguono positivi. E arrivano i primi commenti ufficiali. Il portavoce Maurizio Baruffi nasconde la sorpresa. “I dati confermano le nostre aspettative”. Mentre Maurizio Martina, segretario regionale del Pd, esulta: “Sta accadendo qualcosa di straordinario per Milano, per la Lombardia e per il Paese. E’ la fine della propaganda di Berlusconi e della Lega. E’ la sconfitta di un modo di governare male la città”. “Manca una piccola corsa per la vittoria, supereremo il 51%”, aggiunge il candidato poco dopo.

Di fatto, con Letizia Moratti chiusa con gli uomini del suo staff, che lasciano trapelare soltanto un commento, ma molto eloquente (“Aspettavamo il ballottaggio ma non a parti invertite”), il vero sfidante di Pisapia è Silvio Berlusconi. Il premier ha trasformato la sfida milanese in una cartina tornasole per il futuro del governo. E così, nonostante l’impegno profuso dal Cavaliere, nonostante la sovraesposizione mediatica che ha costretto l’Agcom a multare la Rai perché lo mostrava troppo, Berlusconi è stato accontentato. Il risultato del referendum milanese su di lui è arrivato. Al teatro dell’Elfo Pisapia, come consuetudine ormai, mantiene un profilo basso. Non fa alcun riferimento ai toni alti del premier e della Moratti e si limita a ringraziare. Ma sa che il Pdl è in silenzio stampa, così come la Lega Nord che forse apparirà soltanto dopo le 21. Pisapia ringrazia. Lascia ad altri i commenti. Arrivano quelli del Pd, quelli dell’ex avversario alle primarie, Stefano Boeri. “Si sta profilando un grande risultato a Milano, grazie al successo di Giuliano Pisapia. Una giunta di basso profilo rischia fra 15 giorni di perdere il suo potere arrogante e affarista”, dice Boeri. “Merito di questo risultato straordinario va ai milanesi che hanno fatto cambiare il vento nel nostro Paese, alla forza di un voto cattolico che ha spinto per il cambiamento, alla grande capacità e intelligenza politica di Giuliano Pisapia nel guidare una ampia e coesa coalizione e ad un Partito Democratico che ha ragguinto un risultato di grande rilievo. Con questo voto Milano esce dalla Padania e torna nel mondo”.

Sull’onda dell’entusiasmo qualcuno sogna il primo turno. La galleria davanti il teatro Elfo è piena di persone che non sono riuscite a entrare. Il comitato di Pisapia ha allestito un banchetto e con degli altoparlanti diffonde gli aggiornamenti sui dati mano a mano che arrivano. Quando il candidato viene dato al 48 per cento in molti gridano “sindaco subito”. L’attesa diventa lentamente una festa. Corso Buenos Aires si sta rapidamente riempiendo di bandiere arancioni, colore della campagna politica di Pisapia. Lui ringrazia. E dice: “Milano sta cambiando davvero”.

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