Il colonnello libico, Muammar Gheddafi, avrebbe abbandonato da diversi giorni la capitale, Tripoli, per rifugiarsi in una zona desertica del paese. Secondo quanto riferisce il sito del movimento ’17 febbraio’, legato ai ribelli libici, Gheddafi si sarebbe nascosto nella zona desertica di Ash Shurayf, circa 400 chilometri a sud della capitale. I rivoltosi non escludono che da quel luogo possa poi decidere, in caso di necessità, di fuggire più agilmente verso il vicino Ciad. Sulla pagina Facebook “Intifada del 17 febbraio” compare invece la notizia secondo cui Gheddafi sarebbe scappato in un luogo sconosciuto, secondo quanto affermano i ribelli libici sulla loro pagina. Il movimento indica il 17 maggio prossimo come ‘Giorno della rabbia’ in tutta Tripoli. Sempre gli insorti annunciano poi di aver conquistato l’aeroporto della città di Misurata, colpito negli scorsi giorni dalle forze lealiste.

Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon ha chiesto l’immediato cessate il fuoco in Libia, respinto dai ribelli. Ban ha lanciato un appello affinché si fermino immediatamente i combattimenti “a Misurata” e nel resto del paese, sottolineando la necessità di proseguire il dialogo politico. Il segretario, nel corso di una conferenza stampa, ha inoltre detto di aver parlato con il primo ministro libico Al-Baghdadi Ali al-Mahmoudi e di avergli chiesto un “immediato e verificabile cessate il fuoco” e di fermare gli attacchi contro i civili. “Non è il momento – è la replica affidata a un portavoce degli insorti a Zintan  – perché Gheddafi non li rispetta mai. Fa bombardare i civili subito dopo che il suo regime ha parlato della disponibilità a osservare una tregua”. Così i ribelli respingono la richiesta dell’Onu.

Gli stessi insorti hanno intanto annunciato di aver preso l’aeroporto di Misurata, al centro degli scontri degli scorsi giorni con le forze lealiste. Dopo aver conquistato un carcere all’interno del complesso, sono riusciti a spingersi fino al mercato africano. Strette a sud, le truppe del Colonnello hanno deciso di ritirarsi. La popolazione della città simbolo della resistenza al rais ha accolto la notizia della conquista dell’aeroporto con esultanza. In mattinata si sono verificati poi nuovi bombardamenti aerei della Nato su Tripoli. Testimoni oculari hanno riferito che è stata colpita in particolare la parte orientale della capitale della Libia. I testimoni hanno raccontato anche che dalla zona sono risuonate esplosioni per circa un’ora, mentre in cielo erano visibili i caccia in volo.

Sempre questa mattina  l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Unione europea, lady Catherine Ashton ha annunciato che l’Ue aprirà un proprio ufficio di rappresentanza a Bengasi, in modo da prestare meglio assistenza ai ribelli libici e al Consiglio nazionale transitorio (Cnt). “Intendo aprire un ufficio a Bengasi”, ha dichiarato lady Ashton, “per migliorare il nostro sostegno” come auspicato in seno all’Unione, al popolo libico, alla società civile libica, al Cnt. L’emiciclo ha salutato la decisione con un fragoroso applauso: fu proprio l’Europarlamento, insieme alla Francia, a tributare infatti agli insorti il primo riconoscimento ufficiale. “In Libia”, ha proseguito il capo della diplomazia comunitaria, “molta gente ha sentito per la prima volta adesso la parola ‘Costituzione’ riferita al proprio Paese. Era da molto tempo che i libici volevano farla finita con quel regime, e l’Europa intende contribuire alla costruzione di una piena democrazia”. Ashton ha spiegato che i settori in cui l’Ue intende “dare una mano” sono in particolare “istruzione, sanità e sicurezza alle frontiere”, aggiungendo poi che “tutto quanto fa l’Unione in Libia segue il filo conduttore dei diritti umani”. Infine ha rinnovato la richiesta a Muammar Gheddafi affinché si faccia da parte: “Siamo chiari”, ha tagliato corto, “Gheddafi deve lasciare il potere, deve porre fine al suo regime, se ne deve andare”.

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