Il Parlamento europeo approva il nuovo registro comune per i lobbisti a Bruxelles. A partire dal prossimo giugno tutti i membri delle lobby che intrattengono rapporti con Parlamento e Commissione europea saranno registrati in un elenco unico e pubblicato on-line. Lo scopo è garantire una maggiore trasparenza sulle relazioni tra istituzioni Ue e aziende, gruppi d’interesse ed associazioni non governative. Peccato che l’iscrizione al registro resti facoltativa, almeno per i lobbisti della Commissione europea.

Due registri esistono già (per il Parlamento dal 1996 e per la Commissione dal 2008) e vedono più di 1700 associazioni accreditate come gruppi d’interesse al Parlamento e ben 3900 alla Commissione. Il cosiddetto “registro trasparenza” approvato oggi unificherà questi due elenchi permettendo ad ogni cittadino di ottenere facilmente informazioni su persone e organizzazioni che avvicinano regolarmente le istituzioni europee. A Bruxelles il mondo delle lobby costituisce da sempre un chiaroscuro d’interessi non sempre trasparenti e in grado di influenzare direttamente i processi legislativi. In grado di fornire pareri qualificati e pertinenti, le lobby possono essere sia un valido aiuto per materie a volte complesse che rappresentanti d’interessi che contrari a quelli dei cittadini. Secondo Carlo Casini (Udc), presidente della commissione affari costituzionali e responsabile dei due rapporti votati (uno per l’introduzione del registro e l’altro per alcune modifiche al Regolamento interno del Parlamento), si tratta di “un primo passo importante verso una maggiore trasparenza In Europa”.

Ma il problema resta la non obbligatorietà d’iscrizione al registro da parte delle lobby, almeno per quelle che lavorano con la Commissione, il vero organo esecutivo dell’Ue. Nonostante l’appello di numerosi deputati, non è stato trovato un accordo sull’obbligatorietà, soprattutto a causa della riluttanza della Commissione che, avendo adottato un suo registro solo nel 2008, preferisce prendere tempo. Diverso il discorso per il Parlamento, dove per entrare fisicamente per incontrare i deputati bisogna essere registrati, anche se “certi accordi” si possono prendere anche al telefono.

Gli eurodeputati hanno votato anche l’introduzione di una “traccia legislativa”, ovvero l’obbligo per gli onorevoli di redigere una lista di tutti i lobbisti incontrati durante la preparazione di un testo legislativo. Opzione che, nonostante le molte proteste di chi voleva “tutelare la propria privacy”, è stata infine approvata. Con ogni probabilità, questa lista verrà introdotta in primis per i testi legislativi. Inoltre sono previste anche informazioni sugli eventuali fondi Ue ricevuti dalle lobby.

Transparency International è comunque soddisfatta del voto di Strasburgo. Secondo Jana Mittermaier, direttrice di TI Bruxelles, “si tratta di una pietra importante nella costruzione di un sistema più trasparente attorno alle lobby europee. Adesso va messo in pratica senza ritardi e allargandolo al Consiglio”, ammonisce. Proprio il Consiglio si è dimostrato non entusiasta di questo registro, rispondendo in modo laconico sulla possibilità di aderire all’iniziativa di Parlamento e Commissione. Sempre secondo Transparency Internation, “questo registro sarà efficace solo se usato in armonia con il Codice di Condotta che lo accompagna”. Ma questa è un’altra storia.

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