Gianni Alemanno stamane ha abbandonato le stampelle ortopediche, usate per mesi dopo un intervento. Ma il sindaco di Roma ora è più claudicante di prima, senza più la sua giunta, sciolta per sua ‘volontà’. Il dietro le quinte racconta di un Alemanno che era pronto stamane, come già anticipato dai giornali romani, a un rimpasto della sua giunta per almeno 4 dei suoi assessori più criticati e cioè quello alle Politiche culturali, Umberto Croppi, quello all’Ambiente, Fabio De Lillo, poi quello alla Mobilità e ai trasporti, Sergio Marchi, e quello al Personale, Enrico Cavallari. Investiti dalle polemiche per la fase di preoccupante stallo nei settori da loro governati e dall’altra per le vicende legate alle parentopoli romane che stanno facendo perdere consensi all’immagine del sindaco, tra parenti, amici, ex terroristi neri messi nelle aziende municipalizzate. Come Atac, Ama e Acea con le prime due che registrano deficit spaventosi.

Poi stamane Alemanno ha aperto in modo febbrile il Sole 24ore, che in prima pagina ha pubblicato un sondaggio della Ipr Markentig, il Governance poll 2010, per il giornale di Confindustria sul gradimento dei cittadini verso gli amministratori locali. Per lui è stata una ulteriore mazzata. Il sindaco di Roma aveva ottenuto un gradimento intorno al 50 per cento, cinque punti sotto la propria performance di 12 mesi fa. E in una posizione nella classifica dei sindaci italiani che lo colloca al 73mo posto, insieme ad altri 10 primi cittadini. Una debacle, se si tiene conto che al momento della chiusura delle rilevazioni della Ipr, il 15 dicembre, le vicende delle parentopoli stavano muovendo solo i primi passi. Dopo la riunione tra Alemanno e il vertice del Pdl romano, la decisione di sciogliere la giunta e ritirare le deleghe ai consiglieri.

“Sta crollando tutto nella giunta di centro destra – dichiara Paolo Masini, consigliere del Pd – e il sondaggio del Sole mette a nudo solo una parte delle responsabilità di questa giunta. Deve dimettersi da sindaco”. Alemanno perde consenso, secondo l’opposizione in Comune, su due dei punti forte del suo programma elettorale: la pulizia della città e la sicurezza.

Sul fronte della pulizia il primo cittadino poche settimane fa aveva gettato la spugna su quello che rischia presto di diventare una vera e propria emergenza per la Capitale e cioè la necessità di trovare un sito alternativo alla discarica di Malagrotta, ormai piena. Dopo mesi di ricerche e di consulti, e dopo che si era impegnato in prima persona, a fine novembre Alemanno si era arreso e aveva rimesso la decisione e la responsabilità nelle mani del governatore del Lazio, la collega di partito Renata Polverini. Un rimpallo che pare avere creato molti malumori in seno al Pdl laziale. Sul campo della sicurezza poi i romani non hanno cambiato la percezione rispetto a due anni fa. “In città da due anni a questa parte si è diffusa l’omofobia – continua Masini – e dal punto di vista della sicurezza, solo per fare un esempio, questa giunta non è riuscita neanche a nominare un delegato nella lotta alla mafia”. Il Pd da tempo chiede infatti che vengano assegnati i beni confiscati ai mafiosi, così come era avvenuto durante le giunte targate Veltroni. “La fase di stallo in consiglio non ha permesso neanche di finalizzare questo e così- continua Masini –  nessun bene è stato mai assegnato alle associazioni no profit”.

Ma al sindaco si rimprovera anche di trascurare le buche stradali che affliggono la città per occuparsi di progetti virtuali. Come il gran premio di Formula1 all’Eur o le Olimpiadi. E puntuale gli si ricorda sempre la vicenda della teca dell’Ara Pacis, della promessa di dover modificare l’opera dell’architetto americano Meier, e non a poco prezzo. Ora Alemanno si trova nella difficile situazione di dover trovare nomi credibili entro 3 giorni per formare la nuova giunta. “Non vorremmo che andasse a pescare nel parlamento nazionale – dice Gemma Azuni, consigliera di Sinistra e libertà – perché si creerebbe il problema delle doppie poltrone e degli assessori part-time”. C’è chi preme nel Pdl affinché Alemanno attinga tra i segretari di partito cittadini e chi invece scegliendo tra gli esterni ai partiti. Ma c’è anche chi da tempo pensa sia pronto il nome nuovo per il dopo Alemanno, Guido Bertolaso, appena andato in pensione dalla Protezione civile.

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