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Rifiuti a Napoli, il governo annuncia nuove discariche che però non si possono aprire

Visciano è a 300 metri sul livello del mare e l'accesso risulta difficoltoso. Mentre su quella di Macchia Soprana pesa l'ombra dell'inquinamento da percolato
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Il vertice di Roma che doveva risolvere la questione rifiuti ieri sera si è concluso con la comune soddisfazione dei partecipanti. “Siamo sulla strada giusta – aveva assicurato Luigi Cesaro, deputato Pdl e presidente della provincia di Napoli – nell’immediato c’è una precisa tabella di marcia per liberare le strade della provincia entro metà mese”. Questa volta le promesse di Silvio Berlusconi le lascia fare ai suoi fedelissimi a livello locale, ma il problema resta la realizzazione di un piano integrato dei rifiuti. Dopo il vertice arrivano i nomi dei due siti: Serre, in provincia di Salerno, e Visciano, in provincia di Napoli.

Partiamo da Visciano. La notizia, riportata dai giornali, tiene banco fino alla smentita di Luigi Cesaro, che suggerisce: “ E’ inutile fare il toto-siti”. In attesa delle decisione, un dato è inequivocabile: in provincia ci sono 16 mila tonnellate di rifiuti a terra. La strada suggerita è sempre la stessa solidarietà tra le province ed esportare la spazzatura. Resta il nodo delle future discariche, sui due siti proposti sono arrivate smentite e polemiche.

Visciano è un comune della provincia di Napoli, con una particolarità si trova a 300 metri dal livello del mare, il sindaco Domenico Montanaro ha chiarito: “ Parliamo di un territorio che è situato in collina, a cui si accede per una strada provinciale che definire carrozzabile è un eufemismo. Se si incontrano due camion non hanno lo spazio per passare. Forse vogliono arrivare con gli elicotteri?”.

Il dato non è l’unico che sconsiglia l’opzione Visciano. A valle, nel comune di Tufino ci sono due discariche chiuse e un impianto Stir in funzione, più una cava che continua l’erosione della collina. Secondo i protocolli di intesa sottoscritti questa zona è destinata a bonifiche e nulla più, in un’ordinanza del presidente del consiglio del 2006, su proposta di Guido Bertolaso, si prevedeva, inoltre un ridimensionamento dell’attività estrattiva della cava: “ Il commissario delegato propone al presidente della regione Campania modifiche del piano cave al fine di ridurre il volume dell’attività estrattiva nelle zone caratterizzate da un elevato impatto delle attività connesse al ciclo di smaltimento dei rifiuti”. Altra promessa rimasta lettera morta. “ Bisogna abbandonare – osserva Paolo Russo, Pdl, presidente della commissione agricoltura – la logica delle mega discariche mangia rifiuti, ma ragionare per ambiti consortili, ognuno capace di garantire una filiera partendo dalla differenziata”. E nel nolano la differenziata funziona.

Il secondo sito riguarda Macchia Soprana a Serre, in provincia di Salerno, e in questo caso nessuna boutade. Non è la prima volta che riemerge questa opzione, Silvio Berlusconi ha chiamato il sindaco della cittadina per caldeggiare la riapertura. Mentre continuano le analisi della commissione comunale sul possibile inquinamento del sito, la Procura di Salerno indaga dopo diversi esposti. Foto e video documenterebbero una tubatura proveniente dalla discarica di Macchia Soprana che scaricherebbe percolato nel fiume Sele. Sotto esame anche la tenuta della discarica dopo la chiusura. Il sindaco Palmiro Cornetta ricorda che l’urgenza è la bonifica, visto che c’è anche un sito di stoccaggio ancora sotto sequestro. A 24 ore dal vertice risolutivo, nessuna ipotesi è praticabile, mentre Napoli continua a smaltire parte dei rifiuti a Chiaiano dopo i blocchi dei giorni scorsi. “Miasmi, la cattiva gestione del sito e l’assenza di un piano alternativo di gestione sono i motivi della nostra protesta” denunciano i comitati. Un dato è certo: dopo Natale si aspetta una Befana all’insegna della spazzatura.

di Nello Trocchia

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