E’ stata raggiunta l’intesa per il piano di rilancio di Mirafiori. Dopo un mese di trattativa l’accordo è stato siglato da Fiat e da Fim, Uilm, Ugl e Fismic. Ma la Fiom non ci sta. Alla ripresa dell’attività lavorativa, il prossimo 10 gennaio, l’intesa sarà sottoposta al giudizio dei lavoratori.

Mirafiori come Pomigliano, quindi. È ancora accordo separato tra Fiat e sindacati, con la Fiom che non firma: l’epilogo è quello ipotizzato alla vigilia dell’incontro decisivo di oggi. Fiat va avanti, investe un miliardo puntando sulla Jv con Chrysler e incassa le assicurazioni che voleva sul piano della produttività. Il fronte sindacale, invece, conferma le sue divisioni. L’amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne si dice “lieto che alla fine abbia prevalso il senso di responsabilità”, anche se ammette che avrebbe preferito “una condivisione del progetto da parte di tutti i sindacati”. La Fiom parla senza mezzi termini di “firma della vergogna”, ritenendo l’intesa per Mirafiori “peggiore di quella di Pomigliano”, e si prepara a dare battaglia in occasione del referendum che si terrà in azienda.

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