Era diventata una lotta, la sopravvivenza fatta a colpi di aumenti di capitale e prestiti da capogiro. Ora la Meridiana, la compagnia aerea in mano a Karim Aga Khan, capo spirituale della chiesa ismailita, quella a cui fa riferimento l’Islam moderato e diffusa soprattutto in Pakistan, sopravviverà grazie a un accordo firmato con il Vaticano. Saranno Airbus A330 della Meridiana Fly a portare nei prossimi cinque anni i pellegrini cattolici diretti in terra santa e a Lourdes: un affare che potrebbe portare nella compagnia aerea con base strategica a Olbia qualcosa come 200 milioni di euro di utili.
L’accordo non è stato facilissimo. Massimo Chieli, numero uno di Meridiana, prima di muoversi ha chiamato a Parigi l’Aga Khan per capire se potessero esserci problemi, soprattutto per il suo ruolo all’interno della chiesa ismailita. Ma nell’arco di due giorni ha dato il disco verde in prima persona e l’accordo è stato firmato: un patto di cinque anni con l’Opera romana pellegrinaggi per i prossimi cinque anni, rinnovabili, e una stima di 460 mila passeggeri e 2600 decolli dagli aeroporti di Fiumicino, Malpensa e Catullo di Verona e diretti a Lourdes e Gerusalemme. “Si tratta di una grande intesa culturale”, ha detto il numero uno dell’Opera romana pellegrinaggi, padre Caesar Atuir, riferendosi all’incontro non solo economico, ma tra due religioni, “e permetterà ai pellegrini di ricreare, viaggio dopo viaggio, il senso della comunità”.
Una boccata d’ossigeno per Meridiana che proprio nei giorni scorsi aveva ottenuto un prestito da Unicredit, Intesa e Bnl di 23 milioni di euro. Anche perché la compagnia aerea, come tutte le compagnie che non sono nel segmento low cost, aveva qualche problema dettato dalla concorrenza e dalle tariffe che restano elevate. Oggi, grazie all’intervento del Vaticano, può fare un salto di qualità.
D’altronde l’Aga Khan ci ha sempre creduto in quella che era nata come Alisarda e poi trasformata in Meridiana e quindi Meridiana Fly, dopo la fusione con Eurofly. Quando si è liberato del Consorzio Costa Smeralda, la società che deteneva in pratica i terreni, le case e gli alberghi di Porto Cervo, non aveva ceduto alle lusinghe per l’acquisto della compagnia aerea. Ha venduto anche quella creatura turistica che si era inventato dal nulla, in una zona paludosa e disabitata della Sardegna, quella che prima del 1961 si chiamava Monti di Mola, ma non gli aerei. E questo nonostante la crisi più nera, quella degli ultimi anni, che ha portato il gruppo Meridiana a pesanti perdite, causa la diminuzione di passeggeri – se si esclude il periodo estivo – e l’aumento dei prezzi dei carburanti, oltre a una concorrenza spietata delle compagnie come la Ryanair che, da Alghero, decollano ormai in tutta Europa a prezzi più che vantaggiosi. Il gruppo ha rischiato grosso e si è salvato solo grazie all’Aga Khan che ha messo mano al portafogli e ripianato parte dei debiti.
L’accordo firmato nei giorni scorsi offre alla compagnia aerea una grossa boccata d’ossigeno. Quasi paradossalmente, per dirla in termini riduttivi, è il Vaticano che questa volta ha salvato il principe orientale Karim, classe 1936, figlio del principe Ali Khan e della principessa Joan Ali Khan, laureato ad Harvard in Storia islamica e Iman dei musulmani ismailiti dall’11 luglio del 1957, quando aveva poco più di 20 anni. Per decenni, il principe, come lo hanno sempre chiamato in Sardegna, è stato uno degli uomini più ricchi e potenti del mondo.
di Emiliano Liuzzi