Tensione altissima e scontri in pieno centro a Roma, dove questa mattina un gruppo di studenti ha tentato di entrare al Senato, lanciando uova contro il colonnato di palazzo Madama (video da youreporter.it). Poco dopo un altro gruppo di manifestanti, che si sono staccati da un corteo contro il ddl Gelmini, ha tentato di forzare un cordone di forze dell’ordine. La polizia li ha respinti usando i manganelli e gli studenti hanno risposto, a loro volta, lanciando petardi. A Pisa tremila studenti hanno eluso il servizio d’ordine dell’aeroporto invadendo le piste di atterraggio per alcuni minuti. Sgombrata la pista i manifestanti si sono diretti verso la stazione per bloccare i binari.

La maggiore tensione della giornata, in ogni caso, si è registrata a Roma. In tarda mattinata gli studenti hanno raggiunto il secondo portone d’ingresso del Senato, lanciando uova contro le vetrate. Molti di loro hanno sbattuto i pugni contro la vetrata, trattenuti dalle forze dell’ordine. I commessi del Senato sono riusciti a chiudere il portone respingendo l’assalto, ma durante la calca il capo del presidio di polizia a palazzo Madama, Francesco Capelli, è stato colto da un malore.

I manifestanti che hanno cercato di fare irruzione sono stati trascinati e respinti all’esterno, dove altri studenti hanno lanciato fumogeni e uova contro il portone. Le forze dell’ordine si sono schierate davanti all’ingresso del Senato in tenuta antisommossa. Una volta riunito, il gruppo è rientrato nel corteo che nel frattempo si era fermato a Piazza Madama. I manifestanti hanno poi cercato di bloccare il traffico. Il corteo prima dell’irruzione al Senato si era fermato davanti alla sede della Conferenza dei Rettori delle università italiane lanciando uova che hanno imbrattato anche il tricolore esposto fuori. Molti urlavano “i veri terroristi siete voi”. Al termine del pomeriggio le forze dell’ordine annunciavano l’arresto di due manifestanti e la denuncia di altri 27.

Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini è intervenuto con una nota: “Gli studenti che contestano le riforme del governo rischiano di difendere i baroni, i privilegi e lo status quo”. “Alcuni studenti – sostiene – vengono strumentalizzati da esponenti politici della sinistra che oggi hanno deciso di fare una sceneggiata sui tetti delle università”. Gelmini chiama in causa direttamente il capo dell’opposizione Pierluigi Bersani: “In questo modo Bersani si dimostra poco rispettoso nei confronti dell’aula che in queste ore sta discutendo una riforma che rivoluziona l’università italiana”. Il ministro si rivolge ai leader della sinistra, colpevoli secondo lei, di “aver impedito, per motivi culturali, che nelle università venisse premiato il merito. A loro dico che non basta salire un’ora sul tetto per far dimenticare come la sinistra ha ridotto l’università pubblica in Italia. Sono stati umiliati i migliori per promuore parenti e amici”. Sarebbe quindi la sinistra, secondo il ministro ad aver alimentato il fenomeno del clientelismo: “E’ da respingere il tentativo maldestro di alcuni di addebitare al governo o ai tagli l’inefficienza del sistema universitario. I soldi invece – conclude – ci sono sempre stati, ma sono stati usati per moltiplicare posti, corsi di laurea inutili e sedi distaccate non necessarie”.

Sul fronte politico, la riforma dell’università è stata oggetto di una riunione alla Camera a cui hanno partecipato, tra gli altri, il ministro Gelmini e alcuni esponenti di Fli. Alla base del confronto la copertura finanziaria del provvedimento. Ma nel Pdl si teme che il clima si sia surriscaldato e che la richiesta di dimissioni di Fini avanzata da Berlusconi possa avere conseguenze sull’iter della riforma. “Purtroppo la situazione politica nazionale si sta ripercuotendo sul dibattito”, dice la relatrice del provvedimento, Paola Frassinetti. I finiani non hanno gradito lo stop ad alcuni emendamenti che avevano presentato: “Nessun ripensamento sulla legge, chiediamo solo un approfondimento” dice Antonino Lo Presti, esponente di Fli. Futuro e Libertà chiede il ritorno dell ddl Gelmini in Commissione: “Chiederemo un approfondimento, che il ddl Gelmini ritorni in Commissione. Vogliamo garanzie sulla copertura finanziaria”, aggiunge Lo Presti.

Il ministro dell’Istruzione Gelmini si è mostrata visibilmente irritata dalla richiesta, pur lasciando un margine di trattativa con Futuro e Libertà: ”Stiamo lavorando per accogliere l’emendamento di Fli, ci stiamo avvicinando sul piano tecnico – ha detto la Gelmini. Avremmo voluto più risorse, ma questa riforma ha fatto uno sforzo per accogliere le richieste”, comprese quelle di Futuro e Libertà per l’Italia. Secondo Gelmini, è dovere del ministero “recuperare le risorse e finanziare l’università con canali consolidati”, anche se “bisogna trovare anche nuovi percorsi”.

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