Raffaele Bonanni, leader della Cisl

“Non so nulla, non ho letto i giornali, ero chiuso in riunione”, la frase pronunciata da Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, lascia sbigottiti i cronisti lombardi. Sono le 15,30 del pomeriggio del 5 novembre è passato più di un giorno dalla sciagura di Paderno Dugnano, alle porte di Milano. Il giorno prima, nell’azienda Eureco, specializzata nel trattamento e nello stoccaggio di rifiuti speciali, scoppia una bombola di acetilene che sorprende gli operai al lavoro nel capannone. Sette operai vengono investiti in pieno dalle fiamme. Dopo un’agonia durata 9 giorni, la scorsa notte all’Ospedale Villa Scassi di Sampierdarena a Genova, Sergio Scapolan, 63 anni, muore. Rimangono ustionati gravemente altri sei suoi colleghi. Tre di loro sono ancora in gravissime condizioni. Leonard Shepu, 37 anni, lotta per la vita. E’ in coma farmacologico e in ventilazione assistita. La procura di Monza indaga intanto per il reato di omicidio colposo. Iscritti nel registro degli indagati per motivi tecnici (cioè per consentire lo svolgimento delle indagini) il titolare dell’azienda, che potrà essere presente con i propri consulenti negli accertamenti per capire le cause, e il responsabile della cooperativa per la quale lavoravano i sei operai feriti nell’ esplosione.

La notizia viene riportata la sera stessa da tutti i principali telegiornali e il giorno dopo è in prima pagina sui quotidiani nazionali. Ma Bonanni, incredibilmente dice di non saperne niente. Un commento dal leader di uno dei maggiori sindacati italiani sarebbe doveroso. Ironia (macabra) della sorte, il segretario della Cisl è ospite a Milano ad un convegno sui lavoratori dal titolo “Persona, lavoro e politica“. Presente anche il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. La tavola rotonda, moderata dal giornalista Oscar Giannino, è organizzata dalla Gi-Group Accademy nella loro sede di rappresentanza: Palazzo del Lavoro di via IV Novembre, 5.

A margine del convegno, uno sparuto gruppo di giornalisti locali, si avvicina a Bonanni, sono lì appositamente per quello: strappare, oramai a freddo per usare un eufemismo, due parole sulla tragedia da rilanciare nei tg o sulle agenzie, ma il segretario casca letteralmente dalle nuvole: “Quale incidente?”, i giornalisti esterrefatti precisano, ripetono, scandiscono un’altra volta: “Segretario, come, quello avvenuto a Paderno Dugnano ieri, dove sono rimasti feriti gravemente sette operai”, e ancora Bonanni: “No, vengo da una riunione, non ho letto i giornali, non ho letto niente, mi dovete scusare”.

Non serviva leggere i giornali, la notizia già a pochissime ore dall’esplosione delle 15 del 4 novembre è su tutte le agenzie di stampa, su tutti i giornali online, radio e televisioni la rilanciano ciclicamente nei notiziari. Nette le prese di posizione dei sindacati, della politica, dei comitati civici, delle associazioni, tranne uno “chiuso in riunione”, dal giorno prima forse, isolato da tutto e da tutti: Raffaele Bonanni.

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