Alle 7 e un quarto ero già in metropolitana, Stazione P.ta Genova, linea 2, quella verde.

Il Ballo Decadente dei Negrita faceva da colonna sonora (azzeccatissima) alla lettura del Fatto Quotidiano. Il quadretto che ne emergeva puzzava di squallore e di arroganza. Umido ed appiccicoso. Escort, miniescort, festini, ricatti, abusi, barzellette. Un po’ di profumo qua e là a mitigare l’odore di monnezza…

Di fronte a me, anch’egli seduto, un ragazzino studiava matematica. Sfogliava gli appunti, sbirciava in un libro, alzava gli occhi socchiusi guardando in alto: ripassava a mente qualche formula o teorema. Doveva aver passato tutto il ponte di Ognissanti a studiare per il compito in classe o per l’interrogazione.

Una sua coetanea, dagli angoli delle pagine del mio giornale, ammiccava sensuale. Gli occhi ancora coperti a celarne l’identità (anche se la ragazza non è più minorenne), ma la bocca carnosa, il seno formoso e gli atteggiamenti da sexy star navigata, erano lì a dimostrare che la figliola poteva saperci fare…

Due signori eleganti, sulla cinquantina, in piedi vicino alle porte, si davano di gomito guardando la foto della ragazzina in reggiseno di pizzo. Terminata la canzone dei Negrita, mi sono lasciato avvolgere dai rumori e dalle voci metropolitani.

Una signora, seduta alla mia sinistra, scuoteva la testa con la sua vicina e bisbigliava con disapprovazione la posizione provocante della ragazzina: “ma si può!?”

“Eh sì signora. Si può”, ho pensato fra me e me. “Non l’ha sentito? Lo hanno detto alla televisione! Anzi lo dicono tutti i giorni alla televisione. Ha presente il Grande Fratello e la Pupa e il Secchione? Sì esatto, quei programmi che suo nipote vede con tanto trasporto!”

Ma che paese è diventato l’Italia? Ma che modelli di riferimento si stanno affermando per i nostri ragazzi, i cittadini di domani? Quello dell’uomo di successo, mosso dall’avidità, che schioccando le dita può far arrivare ai suoi piedi decine di ragazze vestite in lattice, pronte a slacciargli la cravatta e a insinuare le mani tra i bottoni della camicia?

Manca poco alla mia fermata. Guardo il ragazzino e mi rincuoro. Sta ancora ripassando a mente i passaggi di qualche intuizione di Pitagora o di Euclide. Per un momento pare distrarsi. Ha lo sguardo fisso verso il mio giornale. Forse è attirato dallo sguardo seducente dell’aspirante donna di spettacolo. Sarebbe anche normale. Istintivamente, chiudo il giornale. Ma il ragazzino ha ancora lo sguardo fisso. Dal suo labiale intuisco che non stava leggendo il Fatto Quotidiano: “a alla seconda più b alla seconda uguale…”. Bravo, in bocca la lupo…

Verso l’ora di pranzo leggo un’Ansa: Il Presidente del Consiglio, da un palco della Fiera di Milano dice “è meglio essere appassionati dalle belle ragazze che gay”. C’è anche il video.

Quand’è che cominciamo a costruire un’Altra Italia?

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