Omofobia per tutti i gusti. Se in Italia si fanno chiamare – nome impegnativo – “Militia Christi”, e brandiscono nientemeno che il “Sacro Cuore di Gesù” nelle loro campagne volgari e offensive, gli ultimi arrivati sulla scena spagnola (emuli della Falange, di Fuerza Nueva e quant’altro) hanno un nome a prima vista fuorviante: Intereconomia. Che c’entra l’economia? Nulla.

Si tratta di un gruppo editoriale attivo in vari campi: tra l’altro, hanno preso un vecchio quotidiano economico, “La Gaceta de los negocios” (la gazzetta degli affari) che versava in condizioni pietose e l’hanno trasformato in un giornale, diciamo così, d’informazione generale. Che per loro significa semplicemente sputare veleno su qualunque cosa non sappia di rancido, non puzzi di estrema destra. E poi hanno una tv, che porta appunto il nome della casa: Intereconomia. E’ qui che, un anno fa, per promuovere la catena hanno avuto la brillantissima idea di diffondere uno spot con questo simpatico testo: “364 giorni di orgoglio della gente normale”.

Il tutto mentre sullo schermo scorrevano le immagini di quel che accade nel 365esimo giorno dell’anno. Scene di ordinaria festa durante le sfilate del gay pride. Come dire: il giorno della gente anormale. La differenza tra Italia e Spagna? E’ che qui, a Madrid, il Ministero dell’Industria ha imposto ai responsabili della rete televisiva una multa esemplare di 100mila euro. Scatenando, questo sì, ogni tipo di reazione omofoba da parte dei cugini de “La Gaceta”, con il supporto dell’artiglieria pesante dell’estrema destra mediatica, da “La Razón” a “Abc”. Ma, intanto, la multa resta.

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