Save the Children spiega la strategia migliore per i piccoli orfani

"Non partite da soli adesso, non serve. Raggiungere Haiti è difficile e se non si è membri di un’organizzazione strutturata si aggiungono solo disagi a quelli già esistenti". L’appello del direttore generale di Save the Children Italia, Valerio Neri, è rivolto a tutte quelle persone che vorrebbero rendersi utili per far fronte alla tragedia dell’isola caraibica, ma che in questo momento non sanno individuare il metodo migliore.

L’emergenza che riguarda i bambini, più di 2 milioni la stima dei colpiti, è prima di tutto per la sopravvivenza. Sono aumentate esponenzialmente negli ultimi giorni le richieste di adozione e sostegno a distanza, ma non sono questi i metodi giusti per far fronte alle prime necessità: "In questo momento le priorità sono acqua, cibo e kit igienici – spiega Neri – la nostra organizzazione sta creando luoghi sicuri dove poter riparare i bambini che sono rimasti orfani, quelli che hanno perso i contatti con le famiglie ma anche quelli che sono sfollati insieme ai parenti. Stiamo cercando di bonificare alcune zone e renderle sicure per la sopravvivenza immediata".

L’unico aiuto concreto, quindi, sono le donazioni di denaro. Save the Children fa parte di un network per le emergenze (Agire) insieme ad altre organizzazioni come Action aid o Amref. Il metodo per contribuire è un sms di 2 euro al numero 48541. “Capisco che versare denaro dà meno soddisfazione di atti concreti – dice Neri – ma è davvero il sistema più efficace. In questo momento i bambini vanno protetti, e un modo è anche non sradicarli dal territorio dove sono nati e cresciuti, altrimenti dimostreremmo che il terremoto ha davvero annientato la loro vita e lo shock sarebbe ancora più grande”.

Ma non solo. Per effettuare delle adozioni internazionali i tempi sono normalmente molto lunghi e il presupposto è che la struttura del paese funzioni. In questo momento la capitale è distrutta e anche i documenti dei bambini in procinto di essere adottati sono andati persi. Dixie Bickel, a capo dell’orfanotrofio God’s littlest angels, che ospita 152 bambini, tra cui 82 neonati, ha lanciato un appello ai governi di tutto il mondo affinché possano accogliere subito gli orfani. Ma le procedure sono molto complesse, tanto più in mancanza di regolamenti.

"Dalle notizie che abbiamo – dichiara Neri – il problema della sicurezza sta degenerando molto più velocemente del previsto e nemmeno l’arrivo dei marines americani potrà risolvere gli scontri per la fame e la sete. È davvero importante contribuire con tutti i nostri mezzi perché il paese torni a riprendere vita in modo anche migliore di quello pre-terremoto". Sul sito dell’associazione Save the Children ci sono tutte le informazioni per capire meglio la situazione, le istruzioni per i medici che volessero partire oppure offrire attrezzature, e per versare cifre più consistenti.

Da Il Fatto Quotidiano del 17 gennaio