La reazione

Roma, Virginia Raggi e l’ennesimo addio: oggi licenzia il dg di Atac

La prima cittadina decisa a rimuovere il manager, che al Fatto aveva raccontato la crisi della municipalizzata dei trasporti

28 Luglio 2017

Il milionesimo problema per la giunta Raggi e per il M5S, che ora si ritrova anche un consigliere comunale accusato di presunte “raccomandazioni”. E l’ennesima testa che salterà, nel Comune di Roma dalle porte (troppo) girevoli. Salvo improbabili ripensamenti, questa mattina Bruno Rota, il direttore generale dell’Atac, la municipalizzata dei trasporti, verrà rimosso dalla sindaca a 5Stelle. La “sanzione” per aver raccontato ieri al Fatto e al Corriere della Sera una verità già evidente dai numeri: “I soldi sono finiti, per l’azienda il tempo è scaduto: ha debiti per un miliardo e 350 milioni e non riesce più a far fronte ai propri impegni finanziari”. Per Rota, ex dg della municipalizzata milanese Atm, in Atac dall’aprile scorso, la strada è quindi obbligata: “Bisogna ristrutturare il debito, e bisogna intervenire subito. Ho presentato un piano, ora è il tempo delle risposte”.

Frasi per dare la scossa. Anche alla sindaca, Virginia Raggi, che pure il manager salvava (“Ha mostrato grande comprensione e mi ha garantito un pieno sostegno”). Ma tutto il Movimento, da Raggi ai vertici nazionali, ha preso malissimo le parole di Rota. “È un tradimento” sibilavano ieri. Non erano stati avvertiti. E in quelle parole hanno visto il tentativo di prendere le distanze, “magari per farsi cacciare”. Sarebbe quella la miccia per le interviste, a cui Raggi ieri ha reagito con uno stizzito silenzio. Neanche una sillaba, mentre il Pd e gli altri partiti infierivano sulle agenzie. Ma dal Movimento fuori taccuino fioccavano dardi: “Ci aspettavamo di più da Rota, e lui sapeva di poter saltare”. Però il manager aveva ricevuto le piene deleghe meno di un mese fa, il 28 giugno. E nelle ultime settimane aveva avuto varie riunioni operative con la sindaca e il suo staff. “Ma aveva dato vari segnali di malessere” raccontano dal Campidoglio. Dove avevano già masticato amaro per alcune sue frasi a un convegno del M5s a Brescia, finite il 10 luglio sul Messaggero, in cui scandiva: “Il M5S a Roma ha sbagliato, l’amministrazione Raggi doveva denunciare la situazione dell’Atac un anno fa. Presto dovremo prendere delle decisioni nette”. Ma in questi ultimi giorni non c’era stato un vero confronto tra il dg e la giunta. Fino a ieri, quando Rota è stato convocato dall’assessore ai Trasporti, Linda Meleo, e da quello alle Partecipate, Massimo Colomban, che l’hanno rimproverato per le interviste. Ufficialmente però il M5S rimaneva zitto, con un’eccezione, rilevante: Enrico Stefàno, presidente della commissione Trasporti, già consigliere comunale nella passata legislatura con Raggi. È lui nel pomeriggio a mordere Rota con una nota su Facebook (non concordata con il Campidoglio): “L’elenco dei problemi non è sufficiente. Magari in questi primi tre mesi Rota poteva cominciare a dare dei segnali, rimuovendo i dirigenti responsabili di questo disastro o quelli inutili, come lo abbiamo invitato a fare più volte. O avviando le procedure per rendere più efficiente il sistema di bigliettazione e aumentare la liquidità…Gli abbiamo dato carta bianca, un’occasione unica che ci chiediamo se voglia cogliere o no”.

Una bocciatura, a cui Rota reagisce a stretto giro, sempre su Facebook. E sono accuse durissime: “So del vivo interesse di Stefàno per una società che si occupa di bigliettazione e che mi ha invitato a incontrare più volte. Più che di dirigenti da cacciare lui, e non solo lui, mi ha parlato di giovani da promuovere. Velocemente. Nomi noti. Sempre i soliti”. E la chiosa è un consiglio al curaro: “Suggerisco a Stefàno nel suo interesse di lasciarmi in pace e di rispettare chi ha lavorato onestamente”. Manna, per le opposizioni. E infatti il Pd capitolino invoca le dimissioni del consigliere. Mentre due parlamentari di Idea, gli ex An Andrea Augello e Vincenzo Piso, annunciano per oggi un esposto alla Procura di Roma “sulle suggestive accuse che si sono scambiati Stefàno e Rota”.

Abbastanza per far infuriare il Movimento, che ora chiederà spiegazioni a Stefàno: a cui faranno pesare l’uscita rovinosa di ieri. Perché le accuse al consigliere (e a non meglio precisati “altri”) spargono altri cattivi pensieri in Campidoglio, dove ne hanno già fatto il pieno. Un danno d’immagine anche a livello nazionale. Nel frattempo dal M5S promettono che il successore di Rota, non romano, “in rapporti stretti con noi”, arriverà a brevissimo. Ciò proverebbe che era già stato individuato, e l’avanzata lacerazione dei rapporti con l’ex dg di Atm. Ma il nuovo dg dovrà ripartire da zero. La peggiore delle notizie, per un’azienda che non ha davvero più tempo. E l’ennesima novità obbligata nel Comune dove in poco più di un anno sono saltati assessori e dirigenti in serie. Un effetto domino che fa rima con guai. Senza fine, per la Roma a 5Stelle.

Ti potrebbero interessare

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione