Falò, razzi e tuffi al Gianicolo: l’estate del Supercafone

21 Agosto 2016

In qualsiasi paese farebbe pena e avrebbe l’attenzione che si è soliti concedere agli Orfini, ma in Italia merita un profluvio di articolesse e fenomenologie. E ancora: il cafonismo regna, signoreggia e soverchia nei treni, con turisti (di qualsiasi nazione) che si tolgono le scarpe e appoggiano i piedi sui sedili neanche fosse casa loro. Oppure i businessmen che parlano al telefono ad alta voce nella carrozza silenzio, o le mamme che non dicono nulla – e anzi si vantano – ai loro figli mentre giocano a tutto volume con videogames diversamente intelligenti, rompendo le palle a tutto il treno.

In questa smisurata giostra della volgarità imperante, merita una menzione a parte il turista (?) italiano che ha sparato un razzo da uno yacht davanti all’isolotto di Espalmador, forse l’angolo più incontaminato di Formentera. Ne è nato un incendio, che ha creato disastri e che ha al contempo riverberato la naturale antipatia che generano (non solo a Formentera) gli italiani all’estero. Magari però fosse solo un problema italiano. C’è Venezia, devastata dai turisti stranieri che bivaccano ovunque e quando hanno caldo si tuffano nei canali. Ci sono quelli che si tuffano a Piazza Navona per farsi un selfie, e già che ci sono rubano qualche moneta dalla fontana del Bernini. Sempre a Roma sono stati in molti a notare tre turiste che, allegramente, si facevano un bagno in costume rinfrescandosi nel fontanone del Gianicolo. Ridevano molto, e anche questo è sintomatico, perché il supercafone non si rende conto di esserlo, e anzi tratta da noiosone chi osa fargli notare quanto lui sia gretto: “Oddio che palle, cosa vuoi che sia un bagno?”. Il “cosa vuoi che sia” è il mantra usato anche dal predatore da spiaggia, ominide di qualsivoglia età e nazione che va in Sardegna e quando torna in patria si porta con sé sabbia, conchiglie e frammenti di rocce. Per lui è normale: “Cosa vuoi che sia”.

Ultimamente i predatori hanno aggiunto una variazione sul tema: il furto di stalattite. È accaduto giorni fa alle grotte di Castellana, in provincia di Bari. Un turista, che meriterebbe più o meno l’ergastolo come chi abbandona gli animali (altra piaga biblica) ma che se la caverà con un buffetto, ha pensato bene di staccare uno stalattite di 20 centimetri che aveva impiegato appena 1500 anni per formarsi. Siam sempre lì: “Cosa vuoi che sia, in fondo è solo un sasso”.

Il supercafone è poi aduso a far festa in luoghi da sogno, salvo poi dimenticarsi di pulire tutto: chiedere per credere a chi, al mattino, ha visto di recente la spiaggia del Poetto di Cagliari e l’ha trovata devastata da rifiuti e sporcizia. È una spiaggia presa spesso d’assalto dai ragazzini, e appunto: “Cosa vuoi che sia, in fondo son solo ragazzi”. Non male anche i falò e la pesca abusiva nel Parco regionale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli. Il supercafone non si riposa mai: è un Attila ridanciano senza eroismo, che gode di immunità, si adatta alla volgarità del contesto e balla ilare Andiamo a comandare, felice che esistano canzoni brutte come lui. L’unica salvezza sarebbe un’invasione degli alieni, ma probabilmente facciamo schifo pure a loro.

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