ESTERI – PROMETTEVA IL DISIMPEGNO, HA RAFFORZATO L’IMPEGNO MILITARE
In campagna elettorale, Trump aveva promesso che con lui l’America sarebbe venuta “prima”. Sicuramente, l’ultimo anno ha mostrato una svolta importante e per certi versi inattesa in politica estera. Mentre l’Europa ha perso sempre più di centralità per le strategie Usa (ma questo era già avvenuto durante gli otto anni di Barack Obama), il presidente ha condotto una politica internazionale sempre più unilaterale: mettendo in discussione il trattato nucleare con l’Iran (contro l’avviso di Russia e alleati europei), uscendo dall’accordo sul clima di Parigi, attaccando in modo esplicito ed aggressivo le Nazioni Unite.

La promessa mancata di Trump in politica estera è però soprattutto una: quella di aver prefigurato un disimpegno statunitense dal mondo; e aver invece scelto la strada di un rafforzamento dell’impegno militare Usa nel mondo. Trump ha per esempio bloccato il ritiro deciso da Obama in Afghanistan, aumentando il contingente militare di 4000 unità. Stessa accresciuta presenza Usa si è registrata in Paesi come Yemen e Somalia, con operazioni di guerra condotte dal Pentagono al di fuori di qualsiasi controllo del Congresso.

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