“In Libia ho visto l’incarnazione della crudeltà umana, mi ha sconvolta. E resterò sconvolta”. Così la presidente internazionale di Medici senza frontiere, Joanne Liu, racconta l’esperienza vissuta in Libia. “Gente che ha commesso l’unico crimine di desiderare una vita migliore viene ammassata in stanze buie e senza aria. Hanno a disposizione 30 centimetri quadrati e per giorni non possono nemmeno distendere le gambe. Affamati fino ad ammalarsi. Queste persone mi guardavano e i loro occhi mi chiedevano di portarli fuori da lì”. La presidente di Msf racconta le storie delle persone che ha incontrato. Storie che la “tormenteranno per anni”. Poi, l’accusa che tocca da vicino anche l’Italia: “Chiunque, qualunque governo respinga persone in Libia o attui politiche che trattengono persone in Libia, si rende complice di abusi gravissimi”

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Razzismo, la calda estate dell’assalto ai neri (anche italiani): tra insulti non solo sul web e violenze, lavori e case negate

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Migranti, presidente Msf: “Stupri e torture nei centri di detenzione in Libia. I leader Ue complici dello sfruttamento”

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