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Bari, incendiata l’auto del parroco della chiesa antimafia. Un anno fa alle fiamme quella del suo precedessore

Il sacerdote ha ricevuto anche lettere di manaccia. La parrocchia San Giuseppe Moscati a Triggiano dal 2016 è anche sede del comitato contro le mafie di Don Ciotti. I carabinieri stanno indagando sullo stesso episodio contro un prelato che ricopriva lo stesso incarico
Bari, incendiata l’auto del parroco della chiesa antimafia. Un anno fa alle fiamme quella del suo precedessore
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A fuoco l’auto del parroco di San Giuseppe Moscati a Triggiano (Bari), chiesa che è anche la sede di Libera. La macchina di don Valentino Campanella è stata data alle fiamme una settimana fa, nella notte fra venerdì 25 agosto e sabato 26, sotto la sua abitazione a Cellamare, sempre nel Barese. Sulla vicenda stanno indagando i carabinieri e i militari della Sezione  investigazioni scientifiche del capoluogo pugliese. Ma ancora non è noto chi abbia compiuto il gesto e per quale motivo.

Di certo c’è che l’incendio è doloso e che non è la prima volta a Triggiano. Si indaga, infatti, sugli eventuali eventuali collegamenti con un altro episodio simile verificatosi un anno fa, quando fu incendiata sempre di notte l’auto dell’ex parroco della stessa parrocchia, don Salvatore De Pascale. Proprio a lui don Valentino è succeduto nel 2016. Da una settimana il sacerdote non celebra più messa nella sua parrocchia. Come riporta la Gazzetta del Mezzogiorno, al suo posto è arrivato monsignor Domenico Ciavarella, vicario dell’arcivescovo di Bari-Bitonto, che sta officiando al suo posto.

I carabinieri si stanno concentrando sulle minacce al sacerdote che hanno preceduto l’incendio dell’auto. Lettere anonime indirizzate a don Valentino con diverse intimidazioni. Gli inquirenti stanno ascoltando tutte le persone informate sui fatti e stanno analizzando le immagini dei circuiti di videosorveglianza. Come riporta il sito del movimento antimafia, il presidio è intitolato “all’agente di polizia Rocco Dicillo, uomo di scorta di Giovanni Falcone e simbolo di impegno e dovere” da ottobre 2016.

È arrivata anche la solidarietà delle istituzioni, che hanno condannato il gesto e manifestato la vicinanza al sacerdote “vittima di un atto di inaudita violenza”, come ha detto il vicepresidente del Consiglio regionale della Puglia, Peppino Longo. Nella nota ha sottolineato “lo sgomento personale nell’apprendere di un episodio che potrebbe rappresentare l’ennesima ignobile intimidazione ai danni di quella Chiesa che sul territorio è impegnata in prima linea nella lotta contro tutte le mafie e, da tempo, punto di riferimento per i giovani della cittadina con l’impegno diretto in iniziative sociali in ogni campo e in aiuti dei più deboli”. La Puglia che “noi vogliamo” punta sulla crescita e ad isolare e denunciare “senza alcuna esitazione chi si affida alla violenza, all’illegalità, chi semina terrore e disperazione” ha concluso il vicepresidente.

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