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Milano, il sindaco contesta l’archiviazione per i saluti romani al cimitero: “Segno terribile. Difficile spiegarlo alla gente”

Giuseppe Sala si schiera con l'Anpi "al 100%" e afferma di non comprendere la decisione pur "nel rispetto di ciò che dice la magistratura". A fine aprile in centinaia avevano posato nel Campo X del cimitero Maggiore, sfidando il divieto delle autorità
Milano, il sindaco contesta l’archiviazione per i saluti romani al cimitero: “Segno terribile. Difficile spiegarlo alla gente”
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Non ci sta, Giuseppe Sala. L’archiviazione dell’indagine per apologia di fascismo dopo il saluto romano di gruppo nel Campo X del cimitero Maggiore viene mal vista dal sindaco di Milano. “Nel rispetto di quello che dice la magistratura sono totalmente con l’Anpi. Anche per me è stata una grande sorpresa, obiettivamente è stato un segno veramente terribile per la nostra città”, ha commentato Sala.

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Alcuni giorni fa, i pm milanesi hanno deciso di procedere all’archiviazione nella vicenda dello scorso 29 aprile, quando centinaia di neo-fascisti si radunarono per commemorare i caduti della Repubblica sociale italiana in occasione dell’anniversario dell’omicidio di Sergio Ramelli, sfidando il divieto che le autorità avevano imposto nel giorno della Liberazione. “Non capisco perché la decisione sia andata in quel senso – ha aggiunto Sala durante la commemorazione dei martiri dell’eccidio nazi-fascista di piazzale Loreto – Essendoci stati tutti gli elementi per definire una chiara apologia del fascismo e identificare le persone. Quindi sono con l’Anpi al 100 per cento”.

La procura aveva identificato 70 persone e iscritto nel registro degli indagati più di 10 persone, identificate tramite le foto che erano state diffuse sui social network dagli stessi militanti. Ma dopo due mesi d’indagine, ha deciso di non procedere nei loro confronti non ravvisando “pericoli di suggestione” e “attrazione”. “Rispetto le altre istituzioni – ha concluso il sindaco di Milano – ma mi sembra una cosa difficile da capire e da spiegare alle persone per bene come queste, che sono qua oggi. Come facciamo a spiegare loro perché non si perseguono persone che con questa sfrontatezza manifestano una ideologia che il Paese ha condannato?”.

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