Finte banconote da 500 euro lanciate in aula alla Camera dall’M5s, interventi in lingua veneta per rallentare i lavori e un tentativo di far saltare il numero legale alla ripresa pomeridiana. Il giorno dopo la conferma della fiducia al governo sul decreto sulle banche venete, i pentastellati hanno continuato a fare ostruzionismo anche nella fase delle dichiarazioni di voto. Nel tardo pomeriggio, poi, sono state presentate al Senato delle mozioni per chiedere che nel decreto (in scadenza il 24 agosto) siano inserite le norme sulla responsabilità dei manager e per l’estensione della platea degli obbligazionisti risarciti previste da un emendamento saltato con la fiducia.

In serata, poco prima delle 21, è arrivato il via libera con 211 sì, 91 no e 3 astenuti. Ora il provvedimento passa al Senato. Per le dichiarazioni di voto finali si erano iscritti a parlare 65 deputati 5 Stelle, per un totale di 82 interventi. “La battaglia che stiamo conducendo in aula – è stato l’incipit di ogni intervento dei pentastellati – è a difesa di tutti quei risparmiatori, piccoli azionisti e obbligazionisti, che sono stati truffati da questo e da altri decreti. Famiglie sul lastrico per colpa delle banche venete e di come il governo ha gestito questa crisi”. “È una battaglia per loro tutela, affinché nessuno, in questo caldo luglio, si dimentichi di loro”.

Non sono mancati gli odg surreali, con richiami alle origini romane del termine banchiere e dotte analisi storico filologiche. C’è stato pure l’intervento in stretto dialetto veneto del deputato veneziano Marco Da Villa, con conseguenti richiami all’uso della lingua italiana da parte della presidente di turno Marina Sereni. Fallito il tentativo delle opposizioni di far saltare il numero legale alla ripresa pomeridiana: i deputati presenti sono risultati 187, sui 185 necessari.

Intanto al Senato sono state presentate mozioni che chiedono modifiche al decreto e in particolare l’inserimento di norme sulla responsabilità dei manager e per l’estensione della platea degli obbligazionisti che verranno risarciti. “Esattamente quello che prevedeva l’emendamento sul quale si era raggiunto un accordo alla Camera e che poi è stato disatteso dal governo con la richiesta del voto di fiducia”, spiega Andrea Augello, firmatario con Gaetano Quagliariello della mozione di “Federazione della Libertà”. Mozioni analoghe sono arrivate anche M5S e Sinistra Italiana. “Se pensano di venire qui con il decreto blindato dalla fiducia dicendo prendere o lasciare sbagliano di grosso”, avverte la presidente dei senatori di Sinistra Italiana e del Misto Loredana De Petris. Tutti questi gruppi, ai quali potrebbero unirsi anche Lega e Mdp che starebbero lavorando a loro mozioni autonome, intendono chiedere “una calendarizzazione immediata delle mozioni, prima dell’arrivo del decreto”. “E credo che sarà davvero difficile ignorare una richiesta che arrivi da almeno 5 gruppi…” , osserva il senatore di FdL Augello.

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