È indagato per terrorismo internazionale, ma il questore usa la massima cautela prima di parlare di attentato di natura islamica. Nel day after del triplice accoltellamento alla stazione di Milano, le indagini sull’aggressore, il 20enne italo – tunisino Ismail Hosni, sono ad un bivio.  I pm di Milano, infatti, indagano il giovane per terrorismo internazionale nel fascicolo aperto per fare accertamenti sul profilo Facebook del giovane.

La sera del 18 maggio intorno alle ore 20 Hosni ha accoltellato due militari e un poliziotto della Polfer che gli avevano chiesto i documenti per un controllo di routine: i tre non hanno riportato ferite gravi. “Sono solo e abbandonato“, avrebbe subito detto il giovane agli investigatori che lo hanno fermato. La Procura ha inoltrato al gip la richiesta di convalida dell’arresto e di custodia cautelare in carcere. Il militare ferito al collo è attualmente in ospedale. Il suo collega colpito alla clavicola è stato dimesso con 7 giorni di prognosi, mentre per il poliziotto sono ancora in corso accertamenti. 

“È stato un intervento straordinario, dal punto di vista tecnico. Sono stati molto bravi, hanno salvato l’incolumità della persona controllata sia la loro e siamo molto fiduciosi della loro guarigione”, ha commentato in conferenza stampa il questore di Milano, Marcello Cardona. “Al momento – ha aggiunto – non abbiamo elementi per poter dire assolutamente nulla. E al vaglio c’è tutto quello che abbiamo raccolto, stiamo controllando poi faremo anche ricerche di natura informatica“.

Nel frattempo, infatti, i pm dell’Antiterrorismo milanese – coordinati dal pm Alberto Nobili – stanno facendo verifiche per capire se un profilo facebook con nome Ismail Hosni che contiene uno o più video inneggianti all’ Isis appartenga o meno al giovane arrestato alla stazione centrale. Nel profilo l’ultimo post che ha un video pubblicato, ma rimosso, contiene le scritte: “Gloria a Dio, il suo Profeta e ai credenti, ma gli ipocriti non lo so … Califfato”. Un altro post dello scorso 24 settembre, sempre accompagnato da un video con una canzone, recita “Il più bell’inno dell’Isis che abbia sentito in vita mia”.

“Il ragazzo non ci è sembrato uno squilibrato, tutt’altro. Lo abbiamo fermato in 8 secondi, questo dimostra la grande capacità di intervento degli uomini”, ha detto sempre il questore   aggiungendo che il giovane “è una sorta di nomade che viveva in una specie auto“.

Il ventenne – il cui nome completo è Tommaso Beïn Yousef Hosni Ismail – è di nazionalità italiana. È nato da padre tunisino e madre italiana. Ha precedenti per droga. Era stato arrestato lo scorso dicembre sempre nei pressi della stazione centrale per spaccio. Hosni “appartiene a una famiglia difficile” ha detto il questore aggiungendo che giovane ha raccontato di essere nato in Italia e poi di essere andato in Tunisia per tornare nel nostro Paese nel 2015. Un racconto che gli investigatori stanno verificando. “La madre vive al sud – ha spiegato CArdona – e l’arrestato ha detto di avere avuto con lei pochissimi contatti negli anni”.

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