Una nuova inchiesta sta scuotendo la Grecia che si prepara a un altro semestre delicatissimo per via del “pit stop” dei creditori previsto il prossimo maggio e con l’ombra di elezioni anticipate. Quella che si può definire l’equivalente della lista Lagarde – elenco di illustri evasori ellenici reso pubblico nel 2012 – nel settore dei farmaci è detonata nelle primissime ore del nuovo anno, coinvolgendo il gruppo svizzero Novartis. Gli agenti dell’Fbi erano però sul suolo greco da settimane. A dimostrazione di un binomio, quello fra crisi economica e sanità pubblica ellenica, che ha tranciato di netto diritti e legalità, come dimostrano le numerose falle provocate sia dalle spese allegre della politica che dai tagli verticali della troika. Basti dire che fino al 2010 la Grecia spendeva il 3,3% del suo pil per spese militari (poco più della Germania, ferma al 3,1%) e il 5,9% per quelle sanitarie. Se le prime dopo sei anni di crisi sono state solo limate, le seconde hanno subito un crollo del 50% contribuendo al disastro sociale che oggi imperversa nel Paese.

Tornando all’ultimo scandalo, la notizia si è diffusa quando, nel pomeriggio del giorno di Capodanno, un uomo di 44 anni ha minacciato di lanciarsi nel vuoto dalla terrazza al 13mo piano del centralissimo e affollatissimo lounge bar dell’Hotel Hilton di Atene. Inizialmente non ha permesso alla polizia di avvicinarsi. Ma dopo un’ora di trattative è stato salvato. Si tratta di un ex manager del gruppo farmaceutico, al centro di uno scandalo di tangenti e fondi neri che vale circa un terzo nei debiti sanitari greci legati alla sanità pubblica. Sono coinvolti in 4mila tra medici e manager.

Tutto parte dalla denuncia di due ex dirigenti che hanno passato centinaia di documenti e mail riservate alla procura americana che sta indagando e che trasmetterà al ministro della giustizia di Atene le risultanze. Rivelano somme dovute tanto ai medici privati tanto a quelli pubblici al fine di ottenere decisioni favorevoli per l’azienda e un’ampia prescrizione di farmaci, che nel settore pubblico incide per svariati miliardi di euro. E’ già partita la rogatoria negli Stati Uniti inviata dalla Procura greca. I due partiti che si sono avvicendati al governo dal 2010 ad oggi, i socialisti del Pasok e i conservatori di Nea Dimokratia, non hanno voluto commentare, nonostante si parli di un buco di ben 80 miliardi di euro in un settore nevralgico della crisi, che oggi produce evidenti squilibri come il fatto che un quarto dei greci è senza copertura sanitaria per via dei conti in rosso che a loro volta hanno affilato la scure della troika.

Alcuni dettagli del tentato suicidio però non sono ancora chiari e alimentano sospetti. Secondo alcuni testimoni oculari il chimico-manager quando è stato avvicinato dai poliziotti avrebbe detto “so ciò che so”, prima di essere condotto al pronto soccorso dell’Ospedale Neuropsichiatrico di Atene, da cui però pare che oggi sia stato trasferito in un altro nosocomio segreto. Secondo il rapporto della Polizia il 44enne avrebbe minacciato di lanciarsi nel vuoto e non avesse incontrato il capo della Procura anticorruzione, Eleni Raikou, la stessa che ha avviato le indagini del caso Novartis dopo la denuncia di due ex dirigenti di altissimo profilo. L’uomo, si apprende, originario di Salonicco è un chimico e un manager altamente specializzato che aveva lavorato nella sede centrale della Novartis a Basilea, in Svizzera, scoprendo la molecola di un noto farmaco anti diabete. La sede greca del colosso farmaceutico è stata perquisita dagli inquirenti che indagano anche sui politici che sarebbero coinvolti nello scandalo, dopo aver già interrogato un centinaio di persone.

Al dicastero della sanità si sono susseguiti dal 2004 al 2013 ad intermittenza tre socialisti e tre conservatori: Kaklamanis, Xenogiannakopoulou e Loverdos del Pasok; Avramopulos (attuale commissario europeo all’immigrazione), Lykourenzos e Georghiadis per Nea Dimokratia. L’esponente di centro Nikos Nikolopoulos, leader del partito Democrazia Cristiana greca, ha presentato un’interrogazione parlamentare per conoscere i nomi degli ex ministri coinvolti e se verrà votata l’autorizzazione a procedere da parte del Parlamento ellenico, come segno verso un Paese sfibrato da crisi e scandali.

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