Quella di Abe è la prima visita di un premier nipponico alla base navale e risponde al gesto di Obama del maggio scorso quando, per la prima volta dalla fine della Seconda guerra mondiale, un presidente americano si è recato a Hiroshima, città giapponese su cui gli Stati Uniti il 6 agosto del 1945 sganciarono la bomba atomica. “Quando il presidente visitò Hiroshima espresse anche il suo messaggio di riconciliazione, mostrando il suo impegno nell’affrontare e superare la Storia. Queste visite reciproche mostrano davvero il miracolo e il potere della riconciliazione tra i due Paesi”, ha spiegato Daniel Kritenbrink, direttore per l’Asia del Consiglio di Sicurezza nazionale. A Hiroshima, Obama non aveva chiesto perdono per l’attacco nucleare che costò la vita a 14mila persone ma, davanti al parco della Pace costruito proprio sul punto di impatto della bomba, aveva offerto un profondo discorso morale, rendendo omaggio alle vittime e chiedendo la fine della corsa agli armamenti nucleari. In risposta, all’inizio di dicembre il governo giapponese aveva annunciato che Abe si sarebbe recato a Pearl Harbor senza offrire le sue scuse per l’attacco. Già ad agosto la moglie di Abe, Akie, aveva visitato il memoriale delle Hawaii deponendo una corona di fiori in onore delle vittime.

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