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Sanità, maggioranza costretta ad accantonare ‘emendamento De Luca’. Ma Palazzo Chigi insiste

Dopo l'articolo del Fatto Quotidiano la maggioranza è stata costretta a bloccare il provvedimento. Il relatore Guerra: "Lo riproporremo", Secondo i retroscena voleva lo stralcio, ma sono arrivate pressioni da Palazzo Chigi
Sanità, maggioranza costretta ad accantonare ‘emendamento De Luca’. Ma Palazzo Chigi insiste
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Definizione istituzionale: “Accantonamento“. Il senso tuttavia è diverso: dopo l’articolo del Fatto Quotidiano la maggioranza è stata costretta a bloccare l’emendamento alla Legge di Bilancio che abolisce le regole sulla nomina dei commissari straordinari alla sanità nelle Regioni commissariate. Un provvedimento con cui il governo avrebbe premiato l’impegno del governatore della Campania De Luca in favore del Sì al referendum costituzionale del 4 dicembre. Tutto fermo. Perché la Commissione Bilancio della Camera è stata costretta a far slittare la presentazione della norma a seguito delle polemiche sollevate dalle opposizioni. Imbarazzo nel Partito democratico, che l’intervento del relatore alla Legge di Bilancio ha solo in parte lenito: “Lascio perdere i toni polemici, confermo l’accantonamento e sottoporrò alla Commissione una proposta che tenga conto di quanto emerso nella discussione” ha detto Mauro Guerra. I retroscena di palazzo raccontano che in realtà il vero obiettivo di Guerra era quello di stralciare l’emendamento. A quanto pare, però, da Palazzo Chigi hanno fatto pressioni per farlo passare quanto prima, anche con una riproposizione e così il relatore è stato costretto a bilanciare la sua presa di posizione.

L’unica certezza è che l’attuale normativa, inserita nella legge di stabilità 2014, prevede che la nomina a commissario “è incompatibile con l’affidamento o la prosecuzione di qualsiasi incarico istituzionale presso la regione soggetta a commissariamento“. Cambiando la legge, quindi, sia De Luca che il suo omologo calabrese Mario Oliverio potrebbero essere nominati commissari della sanità nelle loro regioni. A distanza di un anno da questa norma, ora il governo vuole cambiare di nuovo, peraltro senza motivare il cambio di rotta e provocando polemiche a non finire dopo la pubblicazione dell’articolo su Il Fatto Quotidiano.

“Queste schifezze e questi abomini rispondono a logiche clientelari in cui a voi piace sguazzare” ha attaccato in Commissione Bilancio Laura Castelli del Movimento 5 Stelle, definendo l’emendamento “ad personam“. L’obiettivo della proposta di modifica, afferma, è infatti quello di “dare una mano a De Luca di fare il bello e cattivo tempo a suo piacere sulla sanità”. Sulla stessa linea d’onda anche la Lega Nord, secondo cui il Pd dovrebbe ritirare e non semplicemente accantonare l’emendamento a prima firma Assunta Tartaglione, che ridisegna i criteri di nomina dei commissari regionali alla sanità, abolendo l’incompatibilità dell’incarico con quello di presidente della Regione. La proposta di modifica è stata ribattezzata “emendamento De Luca”, in quanto – secondo l’opposizione – il primo beneficiario sarebbe proprio il governatore della Campania. “Emendamento è indecente. E’ come affidare la gestione della sanità della Campania alla camorra e della Calabria alla ndrangheta” ha detto invece Rocco Palese, di Cor.

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