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Riforme, Mirello Crisafulli uomo sandwich per il Sì. E lo storico nemico Faraone scende a Enna come guest star

Definitiva conversione sulla via della riforma costituzionale per l'ex senatore, cancellato dalle liste del Pd alle politiche del 2013 e in perenne lotta contro la corrente renziana. Domenica a Enna ci saranno gli onorevoli Mario Alloro e Maria Genco – crisafulliani di stretta osservanza – a illustrare le ragioni del Sì. Con loro a sancire la pace anche il sottosegretario all'Istruzione
Riforme, Mirello Crisafulli uomo sandwich per il Sì. E lo storico nemico Faraone scende a Enna come guest star
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2016-10-18-photo-00001773“È vero: io sono amico personale di Massimo D’Alema, ma voto Sì al referendum. E ho da fare: quindi arrivederla”. Con una battuta fulminante e una telefonata troncata dopo dieci secondi scarsi Mirello Crisafulli commenta la sua definitiva conversione sulla via della riforma costituzionale. Un sostegno, quello dell’ex senatore impresentabile – cancellato dalle liste del Pd alle politiche del 2013 e in perenne lotta contro la corrente renziana del suo partito – testimoniato da una fotografia che circola in rete nelle ultime ore: è stata scattata a Enna, il suo feudo elettorale, e immortala Crisafulli nei panni di uomo sandwich della riforma Boschi. Sigaretta in bocca leggermente storta, completo blu, e le mani che reggono un manifesto elettorale: domenica 23 ottobre a Enna ci saranno gli onorevoli Mario Alloro e Maria Genco – due crisafulliani di stretta osservanza – a illustrare le ragioni del Sì. Guest star: il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone.

Ma come? Proprio il viceré siciliano di Renzi, nemico giurato di Mirello, autore di scontri al vetriolo con l’ex senatore impresentabile? La stessa persona che ha lungamente osteggiato prima l’elezione di Crisafulli a segretario del Pd locale e poi la sua candidatura a sindaco della città al centro della Sicilia, clamorosamente fallita dopo che il partito aveva perfino negato l’uso del simbolo? Sissignore, proprio lui. Consapevoli che in Sicilia uomini e cose sono sempre e comunque in continua evoluzione – o involuzione, fa lo stesso – i renziani hanno pensato bene di sotterrare l’ascia di guerra e provare ad accaparrarsi il sostegno di Crisafulli in vista del delicatissimo test elettorale. Una manovra d’avvicinamento cominciata già durante l’estate, quando lo stesso Faraone aveva tentato in tutti modi di avvicinarsi all’ex nemico, con una serie di pranzi organizzati per l’occasione da uno dei tanti superstiti della rottamazione renziana: l’ex ministro Salvatore Cardinale.

Responsabile delle telecomunicazioni del governo D’Alema – che come dice Crisafulli è suo “amico personale”- Cardinale è creatore di una lista-fai-da-te –Sicilia Futura – che si comporta da alleata del Pd, nei giorni pari, e da “corrente esterna” ai dem, in quelli dispari. Poco importa, perché nel frattempo Cardinale si è scoperto intimo di Luca Lotti, il leader del giglio magico, e in queste veste ha fatto da ambasciatore dei renziani alla corte di Crisafulli. Un’ambasciata che evidentemente ha portato i suoi frutti se Crisafulli adesso si fa fotografare in posa con i manifesti per il Sì.

Tutti felici dunque, anche se un quesito rimane insoluto: ma da nemico giurato dei renziani, perché Mirello si è convertito sulla via della Leopolda, proprio ora che il suo storico leader – sempre D’Alema – è tornato in campo sponsorizzando il No al referendum? Qualche maligno suggerisce di guardare a oriente, a Galati, in Romania, dove ha sede l’Università Dunarea de Jos, l’ateneo che ha aperto una filiale del suo corso di laurea in medicina proprio nella Enna di Crisafulli. E che – grazie alla sentenza del tribunale di Caltanissetta contro il ricorso del Miur – continua a lavorare con Mirello che la scorsa estate procacciava studenti dallo stand affittato alla festa dell’Unità di Catania. “Quei corsi non devono né possono partire, chiediamo l’intervento del prefetto”, dichiarava bellicoso il sottosegretario Faraone appena un anno fa, quando di referendum nemmeno si discuteva. E quando il governo non aveva ancora bisogno di uomini sandwich per il Sì.

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