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Referendum costituzionale: esponente M5s in consiglio con maglietta per il No. Espulso, ma il regolamento non lo vieta

A Bareggio, nel milanese, lo slogan "#iodicoNo" in aula diventa un caso. Il capogruppo grillino sanzionato, ma quando chiede in base a quale norma tutti brancolano nel buio. Sindaco e presidente del consiglio comunale, renziani doc, difendono la scelta
Referendum costituzionale: esponente M5s in consiglio con maglietta per il No. Espulso, ma il regolamento non lo vieta
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Espulso dall’aula, con l’intervento della forza pubblica, perché voterà ‘no’ al referendum sulle riforme costituzionali e soprattutto perché ha il torto di dirlo apertamente. Anzi, di scriverlo sulla maglietta che indossa. Succede a Bareggio, comune di 18mila abitanti alle porte di Milano, dove dal 2013 governa il Pd. E dove venerdì sera, in consiglio comunale, il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Simone Ligorio, si presenta indossando una t-shirt con la scritta ‘#iodicoNO’. Il sindaco Giancarlo ‘Lucio’ Lonati storce il naso e il presidente dell’assemblea, Antonio Di Conza, pure. I due, ‘renzianidoc, si consultano brevemente. Poi il diktat: “Si tolga la maglia”, tuona il presidente del consiglio comunale, accusando il capogruppo ‘grillino’ di fare propaganda. Quest’ultimo, con aria attonita, invita gli amministratori a citare “l’articolo del regolamento, dove sta scritto che è vietato indossare magliette con frasi di propaganda politica”. Il regolamento del parlamentino locale viene sfogliato e risfogliato. Ma invano, perché quel divieto non esiste. Il sindaco, a questo punto, chiede al segretario comunale di dirimere la vexata quaestio da un punto di vista tecnico-burocratico. Il segretario ci prova, però non se ne viene a capo: non sono previste disposizioni sull’abbigliamento.

simone-ligorio-maglietta-300Eppure il presidente dell’assemblea insiste: “La richiamo all’ordine per la seconda volta, esca dall’aula o giri al contrario la maglietta”. Poi, incalzato sull’assenza del divieto, ammette: “E va bene, il regolamento non dice niente su come vestirsi, ma io non permetto questo atteggiamento”. Il consigliere ‘grillino’ non si muove: ritiene che stare in aula, tenendo addosso la maglia, sia un suo diritto. Allora non restano che le maniere forti, ovvero chiedere a un agente della polizia locale di allontanare il ‘ribelle’. Detto fatto. Ma il capogruppo 5 Stelle, dopo dieci minuti, torna nell’aula consiliare e pretende di sedersi al suo posto, anche perché all’ordine del giorno ci sono mozioni e interpellanze da lui presentate. Alla fine, per prendere parte alla seduta ed esercitare il suo mandato elettivo, è costretto a indossare un giubbotto che “copra interamente” la scritta ‘#iodicoNO’.

Qualche mese fa i consiglieri della Lega Nord si presentarono in aula con la maglia ‘No euro’ e il simbolo del Carroccio. Né il sindaco né il presidente dell’assemblea fecero una piega. “Secondo me il presidente del consiglio comunale ha fatto benissimo”, afferma il sindaco Lonati a ilfattoquotidiano.it. Riteniamo che, essendo indetto un referendum, non si possa venire in aula con una maglietta di propaganda politica”. Ma visto che non esiste una norma che lo vieta, si è trattato di una interpretazione?”. “Sì”, taglia corto il sindaco.

(Foto di Francesca Ceriani)

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