A marzo 2016 scende il tasso di disoccupazione, dopo la risalita registrata il mese prima. Il dato cala all’11,4%, livello minimo dal dicembre del 2012. Lo rileva l’Istat, spiegando che rispetto a febbraio si registra un calo di 0,3 punti percentuali, mentre rispetto a marzo 2015 il calo è di 1,1 punti. Allo stesso tempo, aumenta il tasso di occupazione, che risale dello 0,2% dopo la flessione subita a febbraio. L’incremento interessa sia i dipendenti stabili, che aumentano dello 0,3%, ma soprattutto i lavoratori a termine, che salgono dell’1,5%: i precari, segnala l’Istat, “tornano a crescere dopo sei mesi di calo”. Eppure, l’intento dichiarato del Jobs act, l’ultima riforma del lavoro, era quello di ridurre il precariato, oltre che favorire l’occupazione stabile.

Nonostante ciò, il premier Matteo Renzi ha commentato su Twitter: “I dati del lavoro? Dimostrano che il Jobs act funziona: l’Italia riparte grazie alle riforme e all’energia di lavoratori e imprenditori #segnopiù”. E i vescovi smorzano gli entusiami. “L’osservatorio delle nostre parrocchie e delle nostre comunità cristiane non registra ancora questo miglioramento che tutti auspichiamo – commenta Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei – Nelle parrocchie, le code di coloro che cercano il lavoro, che sono disoccupati, o che non sono mai stati occupati, continuano notevolmente, non soltanto per i giovani che sono la grande parte, ma anche per le persone di mezza età che hanno famiglia e impegni economici da onorare”.

Calano i tassi di disoccupazione e inattività. I disoccupati scendono a 2,9 milioni di persone, con una diminuzione di 63mila unità rispetto a febbraio (-2,1%) e di 274mila (-8,6%) su marzo 2015. Così il tasso di disoccupazione scende all’11,4%, con un calo di 0,3 punti percentuali, mentre rispetto a marzo 2015 il calo è di 1,1 punti. Intanto, a marzo la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni cala dello 0,3% (-36 mila). Il tasso di inattività scende al 35,9% (-0,1 punti percentuali).

Crescono gli occupati. Ma avanza il precariato: +1,5%. A marzo tornano a crescere gli occupati con 90mila persone al lavoro in più rispetto a febbraio e 263mila in più rispetto a marzo 2015: si è toccata quota 22,5 milioni di occupati (+1,2% su marzo 2015, +0,4% su febbraio). Il tasso di occupazione è risalito al 56,7% con un aumento di 0,2 punti su febbraio e di 0,9 punti su marzo 2015. Su base annua si conferma la tendenza all’aumento del numero di occupati (+1,2%, pari a +263 mila), che coinvolge soprattutto gli over 50. Sono in calo sia i disoccupati (-8,6%, pari a -274 mila) sia gli inattivi (-0,9%, pari a -125 mila). Intanto l’aumento dei dipendenti coinvolge sia i lavoratori a tempo indeterminato (+0,3%, pari a +42 mila), che recuperano parzialmente il calo registrato a febbraio, sia quelli a termine (+1,5%, pari a +34 mila), che tornano a crescere dopo sei mesi di calo.

Tra gli under 25 scende la disoccupazione, ma i 25-34enni restano in difficoltà. E Il tasso di disoccupazione giovanile è sceso a marzo 2016 al 36,7%, il dato più basso da ottobre 2012. Il tasso dei senza lavoro nella fascia tra i 15 e i 24 anni a marzo è diminuito di 1,5 punti rispetto a febbraio e di 5,4 punti rispetto a marzo 2015. Nell’ultimo mese, tra i 15-24enni, crescono di 0,2 punti percentuali sia il tasso di occupazione sia quello di inattività: i giovani che escono dalla disoccupazione, dunque, in parte hanno trovato un lavoro, ma in parte hanno anche smesso di cercarlo. Ma a soffrire resta la fascia dei 25-34 anni, che con il 59,3% di tasso di occupazione segnano un arretramento rispetto a febbraio (-0,1 punti), mentre la disoccupazione sale dello 0,4%. Continua a salire invece la quota di over 50 in attività: per le persone di 50-64 anni a marzo si osserva l’aumento di 0,3 punti percentuali per il tasso di occupazione, mentre calano di 0,1 punti il tasso di disoccupazione e di 0,3 punti quello di inattività.

Articolo Precedente

Grande distribuzione, contratti scaduti nel 2013. Ma non è solo una questione di soldi

next
Articolo Successivo

Lavoro, ecco come i robot sostituiscono l’uomo in azienda e servizi. Intelligenza artificiale, ma anche posti in fumo

next