Cinema

Mister Chocolat, Omar Sy è Rafael Padilla: storia di un uomo nato schiavo e diventato clown e attore di successo

L'attore di Quasi amici - Intouchables, uno dei film di maggior successo di tutti i tempi in Francia, torna in sala dal 7 aprile in Italia. "Era un artista e desideravo che la sua storia, il suo lavoro e il suo talento venissero riconosciuti. Sono pochi i film d'epoca con ruoli per attori neri”

di Aureliano Verità

Dopo essersi fatto conoscere universalmente con Quasi amici – Intouchables, uno dei film di maggior successo di tutti i tempi in Francia, grazie al quale ha vinto il Premio César per il migliore attore, Omar Sy torna da protagonista in Mister Chocolat, dal 7 aprile in Italia con la Videa.

Archiviate le due apparizioni a Hollywood dove è stato scritturato per blockbuster come X-Men – Giorni di un futuro passato e Jurassic World l’attore francese è tornato in patria, indietro nel tempo fino al 1897, per interpretare Rafael Padilla, il clown nero di origine cubana realmente esistito, che raggiunse il successo intrattenendo il pubblico parigino negli anni della Belle Époque.

Famoso con il soprannome di Chocolat, Rafael, proveniva da una famiglia africana ridotta in schiavitù e deportata prima a Cuba e poi in Spagna. Fu lì che il giovane Rafael si avvicinò al mondo circense grazie al clown Tony Grice che, notandolo a Bilbao e rimanendo colpito per la sua forza fisica e per il suo innato senso del ritmo, decise di prenderlo con sé, prima come tuttofare e successivamente come stuntman negli spettacoli più spericolati. Quando Grice decise di salire sul palco in duo con Chocolat, si iniziò a parlare di loro nell’ambiente dello spettacolo, tanto da arrivare fino a Parigi, ingaggiati per uno dei principali show del circo di Joseph Oller.

Clip in esclusiva per il Fatto.it

La collaborazione tra i due comici terminò quando Rafael venne scelto come unica star di una pièce teatrale, per quello che fu il vero punto di svolta nella sua carriera. Dal circo al teatro, dall’anonimato alla fama, Chocolat viene ricordato oggi come il primo artista nero in Francia. “Era un epicureo che viveva la vita al massimo senza dimenticare il suo passato di schiavo. Sfruttò le opportunità che gli si presentarono fino e diventare una grande star. La positività del personaggio ci ha permesso di affrontare l’aspetto del colonialismo francese senza calcare troppo la mano sull’argomento”, racconta il regista Roschdy Zem, che ha voluto incentrare il film da un lato sulle difficoltà che Rafael incontrò durante il suo percorso per via delle discriminazioni razziali, dall’altro sull’amicizia tra i due protagonisti. Un rapporto che regala sul grande schermo delle spettacolari performance fisiche grazie al talento, tanto di Omar Sy quanto di James Thierrée, nipote di Charlie Chaplin e artista circense anche nella realtà.

“La storia di Chocolat mi ha toccato, il suo essere nato schiavo, riuscire a fuggire e diventare famoso, è incredibile. Era un artista e desideravo che la sua storia, il suo lavoro e il suo talento venissero riconosciuti. Sono pochi i film d’epoca con ruoli per attori neri” ha dichiarato Sy che per calarsi nei panni del protagonista si è dovuto esercitare per più di quattro settimane insieme a Thierrée che, provenendo dal mondo circense, gli ha insegnato le particolarità dei movimenti del corpo tipiche dei clown. Due formidabili interpretazioni al fianco del protagonista anche quelle di Olivier Rabourdin nei panni del direttore artistico del teatro e quella di Clotilde Hesme, che presta il volto all’amante di Rafael, Marie.

Mister Chocolat racconta il grande paradosso vissuto dal protagonista che da artista faceva ridere la gente sfruttando gli stereotipi sui neri, esattamente quelli che subì egli stesso durante tutta la sua giovinezza, ma man mano che la società si evolveva e la considerazione dei neri si faceva più elevata e degna di rispetto, le persone non trovarono più nulla di comico in quelle gag. Un enorme passo avanti per le vittime di razzismo e allo stesso tempo l’inevitabile declino per Chocolat.

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