Nel suo domicilio, ad Argenteuil, periferia nord di Parigi, sono stati trovati esplosivi, kalashnikov e altri tipi di armi. Reda K., 32 anni, è stato fermato giovedì sera, ma le perquisizioni nell’ultima base segreta della sua latitanza, erano ancora in corso alla fine della mattina di venerdì. Secondo Bernard Cazeneuve, ministro degli Interni, si tratterebbe di una pedina importante della galassia jihadista franco-belga: “Siamo riusciti a smantellare – ha dichiarato – un progetto d’attentato, già in fase avanzata di preparazione”.

Reda K. è originario di Courbevoie, poco lontano da Argenteuil. Era stato condannato in contumacia a 10 anni di reclusione dalla giustizia belga nel luglio 2015, nel quadro del processo contro la filiera di Khalid Zerkani, belga, che convinceva giovani a partire per la Siria, per combattere il jihad, e che finanziava questi viaggi. In quel processo era stato condannato anche Abdelhamid Abaaoud, una delle “menti” presunte degli attentati del 13 novembre a Parigi.

In quel periodo Reda K. era introvabile. Contro di lui era già stato spiccato un mandato di arresto internazionale il 4 marzo 2014. Secondo le informazioni in possesso dei servizi segreti francesi, avrebbe raggiunto in Siria le truppe dello Stato islamico nell’ultimo trimestre dello stesso anno. Sarebbe poi rientrato alla fine del 2015 in Francia, dove è stato appena arrestato: si tratta, comunque, di un elemento inquietante di tutta questa vicenda, in relazione alla mobilità dei jihadisti tra la Siria e l’Europa. Alcuni complici di Reda K. sono ora “attivamente ricercati” nella zona di Parigi.

La storia di Reda K. è pure l’ennesimo indizio di questo vasto apparato jihadista che corre tra Parigi e Bruxelles. L’uomo ha avuto un ruolo logistico importante nella filiera di Zerkani, oggi nelle carceri del Belgio. Reda K., d’altra parte, ha vissuto a Bruxelles, quando collaborava con quel procacciatore di giovani per la “guerra santa”. Personaggio ai limiti del mondo della delinquenza comune, Reda K. avrebbe contribuito per più di 12mila euro all’organizzazione di Zerkani, originario del quartiere di Molenbeek. Sono soldi che provenivano probabilmente anche da rapine. La Mercedes in possesso di Reda K. era tata costantemente utilizzata da Zerkani e compagnia.

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