Solo 6 milioni di euro. Ma il segno più davanti al numero fa la differenza quando si fanno i conti di una grande azienda ed è con questa cifra che la Seat è ritornata all’utile dopo ben sette anni. Era dal 2008, infatti, che la casa spagnola non chiudeva un bilancio in “nero”.

I motivi di questo miglioramento sono sostanzialmente due, l’incremento delle vendite e una gamma con un margine lordo di contribuzione più elevato, traducibile in “vendiamo più auto e guadagniamo il 3,5% in più su ognuna”.

Interessante è anche il fatturato di 8,3 miliardi di euro, che rappresenta il record assoluto di Seat ed è anche il doppio di quello del 2009. Tornando al bilancio finale, nel 2014 c’era stata ancora una perdita di 66 milioni, nonostante un incremento delle vendite sul 2013. L’aumento c’è stato anche nel 2015, tanto che Seat è tornata a vendere oltre 400.000 auto all’anno, cosa che non succedeva da prima della crisi (2007).

Questi risultati positivi sono dovuti alla ripresa dei mercati sud-europei, come Italia e Spagna, ma anche all’inarrestabile crescita di quello tedesco, il più importante per Seat. Quello con la Germania, in ogni caso, è un legame sempre più forte, perchè si spinge anche oltre l’utilizzo di componenti e risorse del Gruppo Volkswagen. Nello stabilimento spagnolo di Martorell, infatti, viene prodotta anche la crossover Audi Q3, i cui successi commerciali hanno contribuito a migliorare i conti Seat.

Per il resto, sono stati i due soliti “cavalli di battaglia” di casa a spingere le vendite, con la Leon che è arrivata a 160.900 unità (+4,4% sul 2014) e la Ibiza che si è fermata poco più sotto, a 153.600. Per quest’anno e il prossimo, poi, sono attese altre grandi novità, di cui una è stata appena presentata al Salone di Ginevra. Con gli automobilisti europei sempre più affamati di suv, la nuova Ateca arriva proprio al momento giusto e nel 2017 sarà la volta della sua sorella più piccola.

A seguire questa evoluzione ci sarà Luca De Meo, ex Marchionne-boy passato già da tempo al gruppo Vw e salito al vertice di Seat dopo il rimpasto dovuto al Dieselgate. “I suv diventeranno il terzo pilastro della nostra gamma, insieme a Ibiza e Leon” ha detto il manager italiano. Considerata l’accoglienza che la Ateca ha avuto in Svizzera, è difficile dargli torto.

La Seat, insomma, sembra aver finalmente trovato la propria dignità all’interno del Gruppo Volkswagen – di cui fa parte dal 1982 – dopo aver stentato per diversi anni, indecisa anche sul “pay off” da sviluppare. Se nel 2000 a Martorell puntavano sullo spagnoleggiante “Auto Emocion”, nel 2011 ci fu il passaggio a un più internazionale e sufficientemente contorto “enjoyneering”, mentre a fine 2014 è arrivato l’attuale “Technology to Enjoy”, certamente più comprensibile. Le anime spagnola e tedesca, quindi, sembrano convivere sempre meglio.

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