L’amministrazione di Bologna l’ha scritto nero su bianco, modificando l’articolo 2 del proprio Statuto. “Il Comune riconosce l’acqua quale patrimonio dell’umanità e lo status dell’acqua come bene comune pubblico”. E’ stato approvato con i voti favorevoli di Pd, Sel, Centro democratico, M5S e l’ex grillina Federica Salsi, (astenuti Forza Italia, Lega Nord e Ncd), il provvedimento intitolato “il diritto dell’acqua”, che afferma ufficialmente e istituzionalmente “l’accesso all’acqua come diritto naturale, inalienabile di ogni essere vivente”. Un tema che in passato aveva scatenato più di una polemica a Bologna, e tra le fila del Pd, quando il sindaco democratico Virginio Merola aveva ordinato il ripristino della fornitura d’acqua in due stabili occupati abusivamente, lo scorso inverno, da circa 350 persone, in via De Maria e in via Fioravanti, molte delle quali minorenni.

E che, sempre al primo cittadino, è costata anche un’indagine della Procura di Bologna, che lo vede indagato per abuso d’ufficio. Sul tavolo, infatti, c’è il contestato articolo 5 del Piano Casa voluto dall’ex ministro Maurizio Lupi, che prevede che “chiunque occupi abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza né l’allacciamento a pubblici servizi in relazione all’immobile medesimo e gli atti emessi in violazione di tale divieto sono nulli a tutti gli effetti di legge”. Al centro dell’inchiesta, quindi, sono finite le ordinanze emesse dal sindaco. Maturate però, spiega il legale di Merola, Vittorio Manes, “in una situazione peculiare, dettata dall’urgenza e dalla necessità di tutelare interessi costituzionalmente garantiti dei soggetti vulnerabili, come iminori coinvolti. E finalizzate a proteggere diritti fondamentali”.

E tuttavia Merola aveva tirato dritto, appoggiato dall’assessore al Welfare Amelia Frascaroli, “ha fatto ciò che doveva – spiega l’ex candidata a sindaco vicina a Sinistra ecologia e libertà al fattoquotidiano.it – spero che la sinistra, se esiste ancora, se ne ricordi e modifichi quell’articolo”, da una fetta del Pd, da Sel, e con il benestare anche del Movimento 5 Stelle: “L’acqua – dice Massimo Bugani, attuale candidato in pectore a sindaco per le prossime amministrative – l’avrei riallacciata anch’io”.

Così ora quel principio fa parte dello Statuto comunale. “Tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo – recita infatti il documento – sono pubbliche e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà e rispetto degli equilibri ecologici”. Per quanto riguarda il servizio idrico integrato, poi, continua il nuovo articolo 2, “è di interesse generale. La proprietà delle infrastrutture e delle reti è pubblica e inalienabile, e la gestione è effettuata esclusivamente da soggetti interamente pubblici o a controllo pubblico con meccanismi che garantiscano la partecipazione sociale”. Inoltre Palazzo D’Accursio, che ad oggi sta lavorando per risolvere il nodo casa e occupazioni, a partire dall’accordo relativo all’ex residence Galaxy di Bologna, che potrebbe tradursi in 75 appartamenti dove trasferire una parte degli inquilini abusivi di via Fioravanti e via De Maria, a rischio sgombero, si impegna ad attuare “politiche di risparmio idrico e di rispetto degli equilibri ecologici, coordinando la propria azione con gli enti territorialmente competenti”.

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