Abbiamo già detto e stra-detto che la televisione è alla vigilia di un cambiamento perché sta arrivando, Netflix in testa, l’offerta di abbonamento ad archivi di film e serie. Ma mentre è forte la curiosità di constatare se e quanto rapidamente il nuovo si farà spazio nei cuori e nei portafogli degli spettatori, è bene non perdere di vista quanto accade nel vecchio mondo della tv generalista, che tuttora di spettatori ne intrattiene oltre il 60%. E dentro questo mondo l’attenzione va rivolta in particolare a Rai1 e Canale5 che di quella platea generalista si spartiscono i due terzi. In altri termini oggi il “generalismo” significa ancora ed essenzialmente TG1 o Barbara D’Urso, Il Segreto o Antonella Clerici, con tutti gli annessi e connessi.

Ebbene, concentrando lo sguardo sul decisivo orario che va dalle 18 alle 24, quando la platea conta di più perché raggiunge la massima estensione, e guardando ai dati di maggio, mese in cui si compie la stagione competitiva della i primavera, i due canali-balena, quelli da cui dipendono in misura predominante i ricavi pubblicitari di Rai e Mediaset, sembrano diventati più grossi e più balena di prima. Alla faccia degli “esperti da convegno”, quei vichiani tutto smartphone e ferocia, che del generalismo parlano solo per celebrarne il declino e la marginalizzazione.

È successo invece che Rai1, dopo avere incespicato per un paio d’anni, tanto da calare da sopra il 19% a sotto il 17%, sia da ultimo risalita abbondantemente sopra il 18% (18,4%, per l’esattezza). Mentre Canale 5, da par suo, ha raggiunto il 17% il migliore risultato da quattro anni a questa parte.

Come vengono fuori le due balene da questa crescita che le riguarda entrambe? Il loro pubblico è semplicemente cresciuto oppure è anche un po’ cambiato? Premesso che il concetto di “cambiamento”, quando si parla di pubblici televisivi va adottato con molta cautela perché in questo campo la velocità dei fenomeni è quella dei ghiacciai, si nota per Rai1 un appesantimento della componente anziana e a bassa scolarizzazione (insiemi del resto abbondantemente coincidenti perché un tempo si studiava meno di ora) e una erosione dei segmenti di pubblico più “colti” (almeno a dare retta al titolo di studio).

Per Canale5 invece si rileva invece un andamento nettamente divergente fra le femmine, che si contraggono, prima sorpresa, proprio nelle età giovani, e i maschi, che invece si espandono, tanto i giovani quanto gli anziani. E poi, sorpresa delle sorprese, cresce decisamente (sì, proprio su Canale5!) la quota degli spettatori laureati. E qui non possiamo non notare che il fenomeno si registra proprio in concomitanza con l’infittirsi dell’uso de’ Il Segreto, la telenovela spagnola che più fotoromanzo non si può.

A conferma che ci sono più cose tra gli occhi e i neuroni degli spettatori di quanto i pregiudizi culturalisti e pedagogici riescano a comprendere. E questa non è affatto una sorpresa.

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