Furono i capi dell’Anas a volere a tutti i costi l’apertura del viadotto Scorciavacche sulla statale 121 Palermo-Lercara Friddi con quattro mesi di anticipo sui tempi di lavorazione previsti. E quell’apertura frettolosa la pretesero per incassare l’Mbo, il bonus economico per i risultati raggiunti. E’ quanto emerge in modo netto da una minuziosa indagine condotta dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Palermo coordinata dal colonnello Italo Savarese e dal capitano Elisabetta Zanon. Un documento di 20 pagine consegnato alla Procura di Termini Imerese che sta indagando sull’accaduto e che ilfattoquotidiano.it è riuscito a consultare.

Il viadotto fu inaugurato in pompa magna dall’allora presidente dell’azienda delle strade, Pietro Ciucci, alla vigilia di Natale 2014 e sprofondò rovinosamente dopo nemmeno una settimana. Da allora lo stesso Ciucci e i dirigenti che gli facevano corona hanno sempre rigettato con sdegno il dubbio avanzato da molti, e cioè che l’apertura frettolosa non fosse affatto dettata da motivazioni nobili come quella di permettere agli automobilisti di percorrere quel pezzetto di strada su un tracciato nuovo e più sicuro. E che neanche le esigenze di immagine del vertice Anas c’entrassero molto, cioè la necessità da parte di Ciucci di farsi bello con il nuovo governo di Matteo Renzi con l’apertura di un lavoro stradale importante. I motivi veri di tanta fretta erano altri e assai meno confessabili: inaugurando prima della fine dell’anno lo Scorciavacche, i capi dell’Anas avrebbero guadagnato un bel po’ di soldini. Quei bonus che ad alcuni dirigenti dell’azienda delle strade vengono riconosciuti con la formula dell’Mbo, Management by Objectives, metodo di valutazione che si basa sui risultati raggiunti a fronte di obiettivi prefissati. Premi che non sono uno scherzo: non c’è una cifra fissa per tutti, l’importo varia ovviamente da dirigente a dirigente, da un contratto ad un altro. Ma in linea di massima sono diverse decine di migliaia di euro l’anno ciascuno. In tal senso, era strategico aprire lo Scorciavacche in anticipo. E così avvenne.

Fu un disastro e probabilmente una delle ultime gocce che fecero traboccare il vaso della pazienza del governo nei confronti di Ciucci, che di lì a qualche mese in effetti fu dimissionato. L’altra goccia cadde su Ciucci a marzo con la storia del viadotto Italia in demolizione sulla Salerno-Reggio Calabria: un operaio di origine rumena cadde da un’ottantina di metri e morì sul colpo. Il viadotto è tuttora chiuso, i lavori in corso e una spina nel fianco anche del nuovo presidente Anas, Gianni Armani, con l’Italia spezzata in due nel Sud tra Mormanno e Laino Borgo, dove auto e camion sono incredibilmente costretti ad una lunga e pericolosa deviazione tra le stradine di montagna del parco del Pollino.

I finanzieri di Palermo sono arrivati a conclusioni esplicite dopo aver sequestrato una mole notevole di documenti e mail scambiate dai vari dirigenti Anas tra loro e con le ditte costruttrici riunite nel consorzio Bolognetta (Tecnis e cooperative Cmc e Ccc). Le conclusioni sono queste: “L’apertura anticipata del tratto stradale oggetto del cedimento, sebbene richiesta ufficialmente dal Contraente generale (le ditte costruttrici ndr), proveniva, di fatto, da Anas Spa”. Inoltre “la tratta in argomento rientrava tra i lavori che concorrevano al conseguimento degli obiettivi aziendali e l’apertura anticipata avrebbe, verosimilmente, consentito di rispettare le previsioni di produzione fissate per l’annualità 2014 e, conseguentemente, raggiungere gli Mbo”.

Secondo i finanzieri quattro erano i dirigenti Anas più interessati di altri ad anticipare l’apertura: Stefano Liani, Michele Vigna, Claudio Bucci e Salvatore Tonti. Quest’ultimo è ancora il capo dell’Anas in Sicilia, Bucci era il responsabile dei lavori e fu spedito all’Aquila con un trasferimento che aveva il sapore della promozione, Vigna è il vice direttore delle nuove costruzioni nel Centrosud e Liani è il capo di due direzioni: nuove costruzioni e progettazione. L’apertura frettolosa del viadotto fu quasi sicuramente la causa principale del crollo. Tra i documenti sequestrati dalla Finanza c’è infatti anche una mail di uno dei componenti della commissione interna Anas sullo Scorciavacche, il professor Albino Lembo Fazio dell’Università Roma 3, indirizzata a Stefano Liani in cui si ammette: “I 4 mesi previsti dal programma dei lavori tra il termine del rilevato e l’inizio della costruzione della sovrastruttura stradale avrebbero probabilmente consentito di evitare quanto si è verificato”.

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