È stato liberato in Libia il medico catanese Ignazio Scaravilli, 68 anni, che era stato sequestrato il 6 gennaio scorso. Fonti qualificate riferiscono all’Adnkronos che “sulla vicenda non è in corso alcuna trattativa con il governo di Tripoli” e che si confida di riportare in Italia Scaravilli “a breve, entro un paio di giorni”. Fonti vicine alla Farnesina hanno detto che il medico è stato liberato grazie all’intervento delle autorità di Tripoli e che è in buone condizioni di salute.

Dal Quirinale fanno sapere che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha appreso con soddisfazione la notizia della liberazione del medico Scaravilli e ha ringraziato tutte le autorità che hanno reso possibile la positiva conclusione della vicenda.

La notizia della liberazione è stata data in anteprima dall’Huffington Post, secondo il quale Scaravilli sarebbe stato liberato una settimana fa, ma trattenuto in segreto dalle autorità di Tripoli perché, secondo il quotidiano online, volevano dal governo italiano il pieno riconoscimento politico del governo filo-islamico, con sede nella capitale, in cambio del rilascio del medico. Volevano sostanzialmente che l’Italia concedesse a Tripoli lo stesso trattamento del governo di Tobruk, l’unico governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale.

Una ricostruzione che tuttavia non trova conferma dalle fonti diplomatiche italiane. Al momento il medico catanese si trova negli uffici delle autorità di Tripoli “per gli adempimenti di rito”, per tornare “rapidamente” in Italia. Fonti informate dicono che sono ancora incerti i tempi per il rientro di Scaravilli.  “Ci sono procedure da rispettare”, spiegano, e la presenza di più autorità in Libia non aiuta. “Tutto procede nel migliore dei modi. Si lavora per riportare a casa Scaravilli il prima possibile”, dicono.

“Per il momento sono troppo agitata. Non sono in grado di parlare – ha detto la moglie di Scaravilli – Dovete scusarmi ma io per il momento non sono in grado di fare nessuna conversazione. Sono contenta. Posso non essere contenta di una notizia del genere? Però sono troppo agitata”.

Su Twitter la vice presidente della Camera dei Deputati Marina Sereni ha commentato la notizia della liberazione di Scaravelli.

Dopo Scaravilli, l’unico ostaggio italiano rimasto è il gesuita padre Paolo Dall’Oglio, rapito a Raqqa, in Siria, il 27 luglio 2013 dallo Stato islamico. Durante il suo sequestro sono state diffuse notizie di una sua probabile esecuzione nell’agosto 2014, poi smentite da altri attivisti e dalla emittente di Aleppo Orient tv. La conferma più recente che il parroco è vivo è di gennaio 2015, quando in un tweet inviato dallo stesso account che aveva annunciato la liberazione di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, si leggeva che Dall’Oglio era vivo e si trovava “nelle prigioni dello Stato islamico a Raqqa”.

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