La Pas non esiste, ma i problemi restano tutti, perché chi dice NoPas allo stesso tempo rifiuta la bigenitorialità e l’affido condiviso. Quando due persone si separano in maniera non pacifica, specie se hanno figli, si trovano a superare un percorso a ostacoli fatto di burocrazia, processi, perizie, sentenze. Di Pas si parla quando un bambino subisce condizionamento da parte di uno dei genitori per indurre il rifiuto dell’altro. La Pas potrebbe però essere utilizzata per mettere a tacere un bambino che rifiuta un genitore violento. La storia riguarda madri e padri, in egual modo.

Qualcun@ dice che non è giusto che la Pas sia legittimata nei tribunali. Dare a uno psichiatra il potere di decidere con quale genitore deve stare un bambino non è una gran soluzione. Piuttosto autoritaria, a differenza di un procedimento che prende tempo e realizza che la denigrazione nei confronti di un genitore da parte dell’altro genitore – detta Alienazione Parentale – potrebbe essere una forma di maltrattamento. Se così fosse bisognerebbe accertarlo, come un reato qualunque, e l’accertamento richiederebbe indagini, prove, testimonianze, e un processo giusto con presunzione di innocenza della persona accusata.

Se questo è l’intento della proposta Hunziker/Bongiorno, un po’ lo capisco, per quanto io non condivida né l’invenzione di nuovi reati, come se non ce ne fossero già abbastanza, né l’utilizzo della Pas. Ma il punto è che non si può negare che questo genere di condizionamenti sui bambini siano imposti e l’altro punto è che per opporsi a queste due prospettive sarebbe utile capire come prevenirne l’uso. La Pas viene usata in una battaglia per l’affido condiviso dei figli dopo anni in cui si spende un patrimonio in spese legali, perché ci si accusa e ci si impoverisce a vicenda e i termini di una separazione non consensuale sono spesso indecenti. Le formule di separazione riportano volontà egoistiche di affermazione di potere l’uno sull’altro e i figli non sono altro che uno strumento usato come provocazione, da uno dei due genitori o da entrambi.

C’è una separazione non consensuale. I due si contendono la poltrona, il tappeto, il copri cesso, qualunque cosa. A questo punto potrebbe intervenire la mediazione familiare. Ma le donne che parlano di lotta alla violenza dicono che non va bene perché tenderebbe a dare ragione a lui e torto a lei. Poi c’è da fare una distinzione tra conflitto e violenza. Il conflitto può essere riparato, la violenza invece no. Allora è necessario descrivere qual è il confine tra le due cose. Nel caso si parli di violenza la ex moglie procede con una denuncia. Qui io resto in panne e non capisco: una denuncia vale una condanna? E se non è così: perché una persona denunciata dovrebbe perdere tutti i diritti civili e perfino la potestà dei figli? E’ successo che uomo abbia ucciso un figlio, o che abbia ucciso la ex moglie, avvicinata con la scusa di vedere il bambino, ma è successo anche che una donna abbia ucciso i figli perché non accettava la separazione e nessuno si è sognato di farne un caso utile ad una generalizzazione sessista, perché si tratta di una particolarità di casi che non possono determinare, a suon di terrorismo psicologico e demonizzazioni, il contenuto di una legge – sull’affido condiviso – valida per chiunque.

Allora chiedo: un uomo accusato di violenza può perdere, prima ancora di subire un processo o una sentenza di condanna, il diritto di incontrare suo figlio? E se non lo può fare, mi spiegate che differenza c’è tra questa piega giustizialista e quella di chi vorrebbe prevedere un reato per includere l’alienazione parentale tra i maltrattamenti ai minori? Delle due l’una. Come prevenire l’uso della Pas se in tribunale si fa una guerra a suon di perizie per dimostrare che il padre non va bene per il figlio? Non c’è tutto un via vai di Ctu nei processi in cui i due genitori vengono classificati pazzi, malati o guariti, a seconda dei casi?

Quindi cos’è la Pas se non uno strumento giuridico usato come estrema ratio in una guerra in cui i colpi bassi sono inferti da ambo le parti? E ancora: se pretendete che un uomo accusato di violenza sia allontanato prima ancora di un processo, o arrestato preventivamente prima di una condanna, o impiccato al primo albero di passaggio, perché allora gli si chiedono i soldi del mantenimento? Perché uomini che i figli non li vedono affatto e che a volte non possono pagare il mantenimento vengono condannati ai sensi dell’articolo 570 cc, con eventuale pignoramento di beni nel caso in cui non obbediscono? E perché, invece, le donne che vengono condannate per l’articolo 388 c.p., che è il reato di chi non esegue le disposizioni del giudice, anche quando egli ordina che la madre non può rifiutarsi di fare vedere il figlio al padre, non dovrebbero essere messe in discussione?

Infine: quanti sono i casi di donne che subiscono violenze in cui gli ex mariti hanno usato i figli come tramite per continuare loro a fare del male? Dieci? Venti? Trenta? E cosa sono anche 100 o 500 storie di donne che denunciano di aver subito violenze rispetto al numero di divorzi in cui è necessario mettere nero su bianco un po’ di regole per fare funzionare l’affido condiviso?

Allora insisto. Chi parla male di Pas non ama l’affido condiviso, perché i figli, secondo alcun*, devono stare solo con le madri. Anche se non c’è traccia di violenza da parte del padre. Anche se non si può usare il pregiudizio e lo stereotipo sessista che dichiara gli uomini tutti cattivi, mariti violenti e padri abusanti e le donne tutte sante, vittime sempre e donne sacrificate sull’altare del sacro vincolo della maternità. Qualunque argomento voi porterete per tentare di discuterne a partire dalle soluzioni concrete e non dalle fobie, viene sempre avanzato lo spauracchio della presenza di pedofili, violenti e maschilisti. Tutta roba che tocca le viscere e impedisce un ragionamento serio. Come si può allora ragionare con calma di questo importantissimo tema, in nome del bene dei minori, se tutto quel che importa è che le madri, adulte, e le persone che hanno molti pregiudizi nei confronti degli uomini e dei padri, tutti, abbiano sempre ragione?

P.s: porre dubbi sulla questione, da femminista non allineata, mi costa molti insulti. Questo succede quando vai oltre il tuo ombelico per guardare l’umanità che hai attorno.

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