“Gli uomini sono tutti maiali”.
“Cercano solo un buco”.
“Se li lasci fare sono tutti potenziali stupratori”.
“La penetrazione è una violazione del corpo delle donne perciò è stupro”.
“Il consenso di una donna a cui piace il sesso con un uomo perverso è sempre relativo”.
“Gli uomini dovrebbero essere educati a una sessualità che non dimentichi il lato emozionale, l’affettività”.
“Gli uomini che vanno a prostitute sono squallidi e malati”.
“Un uomo non dovrebbe mai chiedere a una donna di praticare la fellatio”.

Queste sono solo alcune frasi prese a caso dai social o da dichiarazioni di alcune sedicenti femministe. Quando certi uomini le leggono non hanno altro modo per rispondere che non sia l’uso di stereotipi sessisti e lesbofobi. Di solito, infatti, questi pensieri vengono attribuiti a femministe con i baffi, lesbiche e bruttine. Perché la mentalità maschilista è dura a morire e così lo è quella che fabbrica stereotipi sessisti nei confronti della sessualità maschile.

A certe discussioni prendono parte alcuni uomini che si sentono messi profondamente in discussione e piuttosto che sbarrare il passo a questa sequela di sciocchezze dichiarano di essere diversi, con desideri più puliti, sessualità ripassata in lavatrice, asciugata al sole e con l’aria di campagna e con un lavaggio del cervello per cancellare i pensieri sconci.

Di fondo resiste non solo la leggenda dell’uomo nero che veniva diffusa per controllare la sessualità delle donne attraverso lo strumento della paura, ma anche il pregiudizio secondo cui la donna sarebbe sempre e solo passiva rispetto alla sessualità. Noi non godiamo, non ci piace e se diciamo che ci piace allora non la diciamo giusta. Come certi maschilisti anche chi dice di volerci difendere non fa altro che ridurre tutto all’esistenza di un buco attorno al quale, per puro caso, esiste anche una persona.

Noi non abbiamo anima, volontà, capacità, libertà di scelta. Siamo in catene e anche la nostra vagina lo è. Le donne non potranno mai essere consenzienti rispetto a pratiche “sporche”, perché le donne, si sa, sono diverse. Loro si emozionano, tengono in mano il loro piccolo fazzoletto e lo lasciano cadere in terra nella speranza che un nobile cavaliere lo raccolga. Fosse per le donne saremmo fermi al rossore conseguente al baciamani. Candide e pure e tutte quante a mettere al mondo figli perché l’unica ragione per cui si pensa che noi facciamo sesso è la voglia immensa di riprodurci.

“Gli uomini pensano tutti alla stessa cosa”.
“Loro sono diversi. Noi sappiamo amare”.
“Noi siamo più sensibili. Forse i gay sono sensibili quanto noi”.
“Quando noi facciamo sesso lo facciamo col cuore. Quando loro fanno sesso ragionano con le parti basse”.
“Noi siamo più razionali. Loro sono emotive, isteriche”.
“L’uomo deve pensare al bene sociale e le donne alla casa e ai figli”.
“Non farei mai con mia moglie quello che faccio con la mia amante”.
“Noi siamo più intelligenti e loro sono più intuitive.”

Cioè: noi siamo visionarie, lagnose, mestruate, piangenti, e loro sono freddi, insensibili, sessualmente voraci. Da qui il pregiudizio secondo cui se tu, donna, non fai sesso con il tuo compagno gli fai un gran torto perché lui ne avrebbe bisogno più di te. Tu invece puoi stare in astinenza nei secoli dei secoli perché tutto quel che ti interessa è solo fare figli e crescerli. Ed è così che le donne riescono a tenere in riga gli uomini, questi scapestrati, facendoli diventare padri e santificandoli invece che lasciarli a vivere una vita fatta di perversione e stupri.

C’è chi è convinto che lo stupro sia perfino la conseguenza dell’astinenza sessuale. E se le donne in astinenza non fanno lo stesso sembrerebbe la riprova del nostro minore appetito e non della valenza di genere che caratterizza lo stupro. Quello di cui sto parlando è un quintale di stereotipi che aleggia sulle nostre teste, che ripetiamo ogni giorno, inserendo frasi amene dentro i nostri discorsi, veicolando parole imparate ovunque, ripetendo atteggiamenti che abbiamo visto altrove.

La sessualità sbagliata è sempre fonte di errori di relazione. Lo è l’errata convinzione che questi stereotipi corrispondano a verità. Lo è il fatto che maschilismi e convinzioni di alcune donne sono esattamente speculari e si incontrano nel determinare che vi sia una graduatoria tra uomini e donne, bisogni e desideri, parole e pensieri.

Un modo per liberarsi di queste cattive tracce d’umanità che generalizza è l’educazione sessuale, quella che parla di generi lasciando che le identità preziose sostituiscano pregiudizi e stereotipi sessisti. Perché prima di continuare in questa baruffa di insulse convinzioni dovremmo guardarci in faccia e raccontarci quel che siamo. Cominciamo a farlo a partire da qui e ora. Se volete. Non sarebbe utile per tutt*?

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