Arriva dalla Francia la nuova proposta di legge che prevede il divieto assoluto di andare in passerella per le ragazze eccessivamente magre. A proporla è il deputato socialista Olivier Véran, medico, il quale dalle pagine del Times dichiara: “Se sei una modella è importante passare il giusto messaggio alle ragazze, ossia che bisogna mangiare e prendersi cura di sè. È intollerabile promuovere la cattiva nutrizione e sfruttare commercialmente persone che mettono a rischio la propria salute. L’impatto sociale causato dall’immagine convogliata dalla moda, che porta le ragazze a pensare di dover essere magre ad un livello patologico per essere belle e sfilare in passerella, è estremamente grave”.

Solo in Israele già da qualche anno è stata accettata una proposta di legge che vieta alle ragazze con evidente sottopeso di lavorare. La proposta attuale presentata da Véran prevede l’obbligo da parte delle modelle di avere un certificato medico che riporti il loro indice di massa corporea. Qualora fosse sotto le soglie ritenute “salutari” le trasgressioni da parte delle agenzie di moda costerebbero fino a 75000 euro e a sei mesi di reclusione. Véran riporta i seguenti dati in Francia: circa 40000 persone sono affette da anoressia e il 90% di queste sono adolescenti. Secondo lo stesso i modelli veicolati dalla moda hanno un peso sociale non indifferente, e i corpi di donna rappresentati nei media spesso sono così magri che sfiorano il livello patologico, dando messaggi fuorvianti alle giovani che seguono questo tipo di modelli.

In Italia l’unica proposta di legge riguardante i disturbi alimentari è dello scorso agosto ed è presentata da Michela Marzano deputata del Pd: prevede il carcere fino a 2 anni e multe dai 10 ai 100 mila euro per chi istiga all’anoressia o alla bulimia nei social o nei blog. Al centro dell’attenzione quindi non la moda ma i cosiddetti siti pro-ana e pro-mia. A tal proposito la Marzano ha dichiarato: “Le leggi hanno sempre un valore simbolico. E nonostante le critiche mi stiano facendo riflettere sul modo migliore per modificare questa proposta, resto dell’idea che si debba trovare una soluzione di fronte ai siti pro-ana e pro-mia che, facendo l’apologia dell’anoressia e della bulimia, rischiano di intrappolare per sempre chi cerca solo di dire tutta la sofferenza che si porta dentro”.

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