L’amianto è fuori legge da oltre 20 anni, ma l’Italia è tra i primi importatori di asbesto dall’India. A scriverlo sono tre riviste internazionali e ora 9 senatori del Pd – guidati da Felice Casson – hanno presentato un atto di sindacato ispettivo rivolto ai ministri dell’Ambiente e della Salute per  verificare le notizie secondo le quali l’Italia è stato importatore di ingenti quantità di amianto tra il 2011 e il 2012, nonostante questo sia “fuori legge dal 1992”. Addirittura il report sulle esportazioni di minerali estratti in India (Indian Minerals Yearbook 2012, disponibile dal febbraio 2014) attesta l’Italia come primo acquirente di asbesto indiano al mondo: in quei due anni ha importato 1040 tonnellate di fibre d’amianto per un importo di circa 26mila euro. Ma non finisce qui perché l’Italia importa l’asbesto anche dagli Stati Uniti: il “2013 Minerals Yearbook”, pubblicato dal Us Geological Surveys del governo statunitense, ci cita infatti insieme all’India quali unici importatori di fibre d’amianto prodotte negli Usa, per circa 16mila dollari di export certificato e, sostengono i senatori Pd “tra il 2011 e il 2012 l’Italia ha importato dagli Stati Uniti d’America anche 342 manufatti contenenti asbesto”.

Ad imbeccare Casson e i suoi colleghi è stato l’Osservatorio nazionale amianto che, in una lettera del 13 gennaio scorso, indirizzata a Maurizio Sacconi (Ncd) e agli altri membri della commissione Lavoro del Senato, aveva riportato lo stralcio della pubblicazione indiana insieme ad alcune note sui tre disegni di legge intorno al tema amianto e sue vittime, attualmente giacenti in Parlamento. Ma a cosa serve questo amianto illegalmente importato? In larga parte potrebbe rifornire il comparto edile e in particolare quella componente di questo legata alle organizzazioni criminali – capaci di gestire anche il commercio illegale delle fibre d’asbesto da e per l’Italia – come emerso da ultimo nel caso di Finale Emilia, dove i magistrati stanno indagando su una ditta costruttrice, in odore di ‘ndrangheta, che portava materiale contaminato d’amianto nei cantieri delle scuole costruite dopo il sisma del 2012.

Ai ministri Gianluca Galletti e Beatrice Lorenzin i senatori del Pd chiedono “per quali ragioni non siano stati fatti i dovuti controlli e l’amianto non sia stato rinviato al mittente” ma soprattutto “se non intendano prendere le dovute misure finalizzate ad eliminare l’amianto importato a spese dei suoi importatori e a determinare se, soprattutto nei porti, transitino merci contenenti amianto (che possono contaminare chiunque a qualunque titolo venga a contatto con loro), vigilando affinché simili fatti delittuosi non avvengano più”.

Nel frattempo il pm Raffaele Guariniello ha aperto da un mese un’inchiesta esplorativa sulla notizia di reato, ulteriore filone d’indagine che affiancherà all’attuale sui circa 2mila omicidi imputabili a Eternit – soprattutto nella città piemontese di Casale Monferrato – già oggetto di un primo procedimento concluso a novembre con l’annullamento in Cassazione, per intervenuta prescrizione, delle condanne per disastro ambientale inflitte in primo e secondo grado ai vertici aziendali. Chissà cosa ne penserà di questo ritorno, seppur illegale, dell’amianto importato il simbolo della lotta contro Eternit, Romana Blasotti Pavesi, che si è dimessa da presidente dell’Associazione Familiari e Vittime d’Amianto dopo la sentenza della Suprema Corte.

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