“Meglio separarsi adesso perché la convivenza non funziona” suonava e cantava in Grecia negli anni Sessanta Vassilis Tsitsanis, mirabile inventore del rebetiko e grande interprete delle passioni greche di cui oggi ricorre il centenario della nascita. Una strofa (tratta dalla celebre “Ti simera, ti avrio, ti tora”) che in molti, oggi, accostano al rapporto tra Atene e l’euro, in una settimana di vera e propria passione, che porterà il Paese alle elezioni del 25 gennaio.

Ma la cultura, ancora una volta e per fortuna, viene in soccorso di menti stanche e di Paesi allo sbando. Quel bouzouky, trìchordo nella sua espressione più originale e, dopo la seconda guerra mondiale anche a quattro doppie corde, tetracordo, reso famoso da un altro gigante come Manolis Chiotis, è la plastica raffigurazione delle anime emozionali che qui, al centro dell’Egeo, sono in perenne agitazione.

Tsitsanis, così come suo figlio Kostas mi ha raccontato in questi giorni, è stato autore di quasi tremila pezzi, dedicati alle grandi passioni dell’uomo: l’amore, la morte, le delusioni, gli odi, le speranze, i sogni. Tanti, infiniti, snelli ma anche terribilmente complicati e a volte irrealizzabili. Un racconto musicale che ripercorre magicamente le mille e più crisi (economiche, sociali, storiche, politiche, identitarie) che hanno attraversato la Grecia intera, dal sacrificio di Leonida alle Termopili alla grandezza di Pericle e Socrate, dalla dominazione ottomana alla guerra civile, dai colonnelli all’eccidio del Politecnico, dai neuroni di Panagoulis alle nuove speranze post troika. Questo è un luogo peculiare, talmente policromatico che non è oggettivamente possibile applicare un canone per interpretarlo e decifrarlo. Un passaggio che molti analisti e commentatori faticano ancora a metabolizzare.

Il rebetiko di Tsitsannis, che al pari dell’Ellade abbraccia vari livelli ideali ed emozionali, non si ritrova solo in una serie di pregevoli suoni in serie. Bensì sono miele dell’anima, così come Vinicio Capossela e il suo Rebetiko Gynastas hanno recentemente confermato in chiave moderna. In quelle cantade la logica si lascia amabilmente sopraffare dalle passioni, semplicemente perché sono quelle che portano frutti e conquiste, quando tutto il resto batte il tempo scandito da altri.

Oggi in Grecia la privazione di beni di prima necessità è aumentata dal 11,2% del 2008 al 20,3% nel 2013, mentre il tasso di occupazione della popolazione economicamente attiva (25- 64 anni) è diminuito nello stesso periodo dal 61,9% al 49,3%. Sembrano i fatti che Tsitsannis quarant’anni fa accoglieva nei suoi pezzi, quando l’Ellade era un macro conflitto quotidiano, con le macerie sociali di una ricostruzione post bellica farraginosa e pachidermica, con la cortina di ferro ad un passo, con i grandi curvoni della storia che però non riuscirono a debellare cuori palpitanti, storie di amori ed amicizie: pure e bellisime. Vera e propria cartina di un tornasole di un Mediterraneo che non potrà mai essere diverso. Con buona pace del resto del mondo.

@FDepalo

 

→  Sostieni l’informazione libera: Abbonati rinnova il tuo abbonamento al Fatto Quotidiano

Articolo Precedente

Usa, il Pentagono invierà 400 militari in Siria per addestrare i ribelli “moderati”

next
Articolo Successivo

Terrorismo, “cellula di Verviers guidata da belga che vive in Grecia”: 4 arresti

next