“Mi hanno promesso sul contratto una struttura rispondente agli standard internazionali e mi sono ritrovato a montare i servizi nei container, con una redazione di 9 persone che doveva realizzare tutti i tg, due ore di programma del mattino e un’ora di approfondimento serale. Più che la tv del futuro è la tv delle repliche“. Dopo sole due settimane dall’inizio dei programmi, Agon Channel deve già far fronte alle dimissioni del suo direttore news e approfondimenti, Antonio Caprarica. Il canale che viene prodotto a Tirana e trasmesso sul canale 33 del digitale terrestre non ha rispettato, secondo il conduttore, le promesse fatte a giornalisti e personalità dello spettacolo che hanno deciso di far parte di questo nuovo progetto diretto da Francesco Becchetti: “Mi sono dimesso per giusta causa, per la mancanza assoluta delle strutture e del personale minimi per mandare in onda e confezionare un tg. Se questa è la tv del futuro, io non intendo starci”, spiega Caprarica.

L’ex corrispondente Rai, probabilmente, si aspettava un’avventura innovativa, a basso costo ma che permettesse ai giornalisti di usufruire comunque di mezzi e di un’organizzazione all’altezza di quelle a cui è abituato. Ma è rimasto deluso e così ha deciso di ritirare con effetto immediato la sua firma da direttore. “Ho fatto l’impossibile – dice – per assicurare la messa in onda del telegiornale Agon News (10 edizioni al giorno), del programma mattutino I Primi e degli approfondimenti quotidiani di Times Square. Il tutto con 9 redattori. E basta. Non un producer, un autore, nemmeno una segretaria di redazione“. Nemmeno una stampante e con solo un apparecchio telefonico per tutti, un autentico miracolo che non è più possibile sostenere, nemmeno continuando a strizzare i collaboratori come si è fatto fin qui”.

Una situazione che, dice Caprarica, era disposto a migliorare. Becchetti, però, non sarebbe stato della stessa idea: “Alle mie proteste – continua – ha risposto di ‘non credere in principio che chi lavora 12 ore al giorno debba necessariamente stare male”. Una situazione che, dice l’ex corrispondente, non permetteva ai responsabili del canale di produrre nuovi contenuti da offrire ai “rari spettatori” di Agon Channel Italia. In onda, quindi, andavano soprattutto le repliche, “perfino della festa di lancio del 25 novembre”.

Becchetti, però, respinge tutte le accuse e giudica “le dichiarazioni del dottor Caprarica assolutamente inaccettabili e gratuite e la sua decisione illegittima, se non anche strumentale”. Caprarica, prosegue, sin dall’inizio “ha condiviso l’idoneità delle strutture e la qualifica del personale necessari all’espletamento del suo incarico nella fondamentale e delicata fase di start up di Agon Channel”. E puntualizza che le affermazioni che lui gli attribuisce “non corrispondono al mio pensiero e sono pretestuosamente collegate all’inaspettata e illegittima decisione assunta dal giornalista. Questa – conclude – è per noi, oggi, la TV del futuro; forse il dottor Caprarica è rimasto alla TV delle spese fuori controllo e del passato”.

Gli studi hollywoodiani di cui si è parlato alla presentazione del nuovo canale italiano Made in Albania, a quel che dice Caprarica, poi, non esistono. “Sono solo uno specchietto per le allodole – continua il giornalista – utilizzato per inserzionisti ingenui. Bastano pochi esempi: le salette di montaggio del Tg sono allestite in container nemmeno insonorizzati, così quando piove, causa ticchettio delle gocce, per incidere le voci bisogna farsi ospitare nelle salette del canale albanese, all’interno del capannone, ovviamente se disponibili”. Una situazione di continua precarietà che, da come la descrive Caprarica, può degenerare al primo piccolo intoppo: “Il Tg non ha uno studio – dice -, non dispone di una sola troupe, e va chiuso e registrato almeno un’ora e un quarto prima per essere trasmesso a Roma, e da lì mandato in onda: spesso con notizie ormai superate. Gli unici materiali filmati sono quelli di agenzia o di Youtube . In più, i pochi redattori vengono costantemente ‘sequestrati’ dall’editore, a scapito delle news, per essere usati in ‘talent show‘ concepiti da un giorno all’altro a scopo di puro riempimento del palinsesto”.

Ma a prendere le distanze dall’ex direttore è anche la redazione di Agon secondo cui, “ben prima del debutto” le sue richieste “sono state non solo accolte, ma anche esaudite. La rappresentazione che Caprarica fa delle nostre strutture ha del folcloristico, per non dire del grottesco. Non solo siamo dotati di telefoni aziendali, ma le nostre salette di montaggio producono a pieno regime”. E, concludono i giornalisti della redazione, “quanto presuntamente denunciato da Caprarica rappresenta la preistoria”.

Articolo Precedente

Manifesto in edicola a 20 euro per salvare la testata: “Chiudiamo solo il pugno”

next
Articolo Successivo

Omosessualità, le ombre gay e le tenebre etero

next