Dopo aver fatto infuriare Caritas e alleati del Pd per la sua frase sui ‘vu cumprà’ il ministro dell’Interno Angelino Alfano deve incassare anche la reprimenda della presidente della Camera Laura Boldrini: “In politica come nell’informazione la forma è sostanza e le parole non sono mai neutre. L’opinione pubblica, infatti, forma le proprie convinzioni soprattutto – scrive su Facebook la terza carica dello Stato –  attraverso i media e le posizioni espresse da chi svolge ruoli politico-istituzionali. Usare un termine anziché un altro non è quindi un dettaglio. È decidere come declinare un concetto, una condizione e, di conseguenza, anche quali stati d’animo suscitare nelle persone”. 

“Per questo una delle cose che ho fatto con più convinzione, nella mia precedente attività, è aver contributo alla nascita della Carta di Roma, il protocollo per un’informazione corretta su migranti e rifugiati. Perché il livello di coesione di una società dipende anche dall’uso corretto e responsabile delle parole”, conclude la presidente di Montecitorio. 

Ieri il responsabile del Viminale aveva detto: “Gli italiani sono stanchi di essere insolentiti da orde di vu cumprà, dobbiamo radere al suolo la contraffazione“. Parole pronunciate alla presentazione della direttiva con cui chiedeva a prefetti e questori di rafforzare i controlli contro l’abusivismo sulle spiagge. La polemica su Twitter e nei palazzi della politica non si era fatta attendere: “Basta espressioni razziste”, Alfano “è come Tavecchio”.

Alfano non ha raccolto solo critiche. C’è chi come il governatore del Veneto approva in pieno. Per il leghista Luca Zaia “al di là dei termini  come quell’orda, che è stato usato anche nel titolo di un libro di Stella, sottotitolato ‘Quando gli Albanesi eravamo noi’, al quale aggiungerei ‘e non andavamo a riempire le galere’, si tratta di un problema reale, gestito dal Paese con la schizofrenia di una finta ospitalità, in cui si prospetta l’Eldorado ma si garantiscono situazioni non rispettose della dignità umana”.

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