Una scuola dell’Onu e un mercato finiti sotto le bombe. La strage dei civili a Gaza non si accenna a fermarsi. Colpi d’artiglieria sono caduti sul mercato di Sajaya, in mezzo alla gente. Il bilancio oscilla tra le 15 e le 17 vittime. Oltre 150 i feriti. Una nuova tragedia avvenuta nel quartiere, situato a est di Gaza City, in cui il 20 luglio un bombardamento dell’Israel Defense Forse aveva causato la morte di oltre 70 palestinesi. In mattinata l’Idf aveva bombardato una scuola gestita dall’Onu a Jabaliya: almeno 20 morti, decine i feriti. Sul versante opposto, dalla Striscia sono stati lanciati razzi e colpi di mortaio contro le comunità israeliane del sud del paese. Negli ultimi scontri sono rimasti uccisi anche 3 militari israeliani: sale così a 56 il totale delle vittime tra le file dell’Idf. Il totale delle vittime palestinesi, invece, sarebbe arrivato a quota 1.347, secondo il ministero della Salute di Gaza. Di queste, secondo l’Ufficio Onu per gli affari umanitari (Ocha), 249 sono bambini.

Colpi sulla scuola Onu: “Almeno 20 morti”
Questa mattina i bombardamenti israeliani hanno colpito un’altra scuola delle Nazioni Unite vicino a Gaza, uccidendo 23 persone e ferendone 90. La struttura si trova nel campo profughi di Jabaliya, dove centinaia di palestinesi hanno trovato rifugio dai combattimenti sulla Striscia. Alcuni testimoni hanno raccontato che verso le 4.30 “almeno cinque cannonate” sparate dai carri armati israeliani hanno colpito l’istituto, distruggendo due aule e un bagno”. Secondo Adnan Abu Hasna, un portavoce dell’agenzia Onu per i rifugiati (Unrwa) che gestisce la scuola al-Hussein, uno dei colpi ha centrato una classe piena di palestinesi sfollati provocando “circa 20 morti e diverse decine di feriti, molti dei quali feriti in modo grave”. “L’esercito israeliano – ha precisato – conosceva la ubicazione della scuola”. Israele si difende: “Questa mattina militanti hanno sparato colpi di mortaio ai soldati dalle vicinanze della scuola Unrwa a Jabaliya. In risposta i militari hanno replicato verso l’origine dei colpi di fuoco e ancora stiamo indagando sull’incidente”.  

Ban Ki-moon a Israele: “Vergognoso attaccare bimbi che dormono”
L’attacco israeliano alla scuola Onu a Gaza è un atto “ingiustificabile”, ha detto il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon: “Devono essere individuati i responsabili del riprovevole attacco alla scuola delle Nazioni Unite che ospitava migliaia di palestinesi e deve essere fatta giustizia“. Poco dopo Ban rincara la dose: “Nulla è più vergognoso che attaccare dei bambini mentre dormono”. Il Consiglio di Sicurezza terrà una nuova riunione di emergenza sulla crisi: i quindici si incontreranno per consultazioni domattina alle 10 locali, le 16 in Italia. Anche la Casa Bianca ha condannato l’accaduto: “Gli Stati Uniti sono molto preoccupati per l’uccisione di civili a Gaza e insistono per un cessate il fuoco duraturo e di lungo termine”.  

Governo: “La guerra prosegue”
L’esercito israeliano continuerà i suoi attacchi ad Hamas e per la neutralizzazione dei tunnel. Questa la decisione – secondo Haaretz – presa dal gabinetto di sicurezza di Israele al termine di una riunione durata cinque ore. Il gabinetto ha deciso che l’esercito potrà permettere altre tregue umanitarie nelle zone dove non si combatte. “Siamo a pochi giorni” dal raggiungimento dell’obiettivo militare di distruggere tutti i tunnel a Gaza, ha detto il capo del Comando sud delle forze armate israeliane, Sami Turgeman, che ha parlato di “diverse centinaia di militanti di Hamas” uccisi e della distruzione di centinaia di depositi armi.

Il 24 luglio bombardata la scuola Unrwa
Le forze armate di Tel Aviv, che
sei giorni fa ha colpito una scuola a Beit Hanoun uccidendo 17 persone tra cui 7 bambini, hanno fatto sapere che l’episodio è oggetto di inchiesta, ma essendo i combattimenti in corso non è stato ancora possibile avere dal terreno informazioni dettagliate. Il portavoce ha poi aggiunto che è probabile che dalla scuola sia stato aperto il fuoco verso l’esercito. Martedì la stessa Unrwa ha reso noto che, per la terza volta in due settimane, in una delle sue scuole è stato scoperto un deposito di razzi dei gruppi armati palestinesi. “Abbiamo denunciato il fatto al governo palestinese di riconciliazione nazionale – ha detto Abu Hasna – che vedrà il da farsi. Quell’episodio rappresenta una grave infrazione della nostra neutralità”. L’esercito israeliano ha inoltre fatto sapere che nella notte sono stati colpiti 80 obiettivi nella Striscia, tra cui cinque moschee ritenute base per i militanti di Hamas. Secondo i media locali, in una i soldati hanno trovato armi, missili e un ordigno esplosivo.

“Tregua umanitaria di 4 ore”. Ma Hamas lancia razzi
Israele e le fazioni armate attive a Gaza hanno dato il loro via libera a una tregua umanitaria di quattro ore, che comincerà alle 3.00 di questo pomeriggio (le 2.00 in Italia). Lo riferisce il sito israeliano Ynet, secondo il quale la tregua interesserà solo alcune aree della Striscia di Gaza. Ma, secondo quanto raccontano i media, non appena alle 15.00 è cominciata la tregua umanitaria di quattro ore, da Gaza sono partiti razzi verso Ashkelon, Ashdod e la costa. 

Peres sostiene la via diplomatica – “Israele ha esaurito l’opzione militare”. Parola dell’ex presidente Shimon Peres che ha osservato che lo Stato ebraico deve lavorare per fare in modo che Gaza sia posta di nuovo sotto il controllo dell’Anp di Abu Mazen. Parlando con i giornalisti, Peres ha osservato che la soluzione alla crisi di Gaza deve essere diplomatica.

Famiglia sterminata a Khan Yunis
Tra le vittime registrate nelle ultime ore nella Striscia, secondo il ministero della Salute, ci sono anche dieci persone di una stessa famiglia colpite da un raid aereo condotto contro un’abitazione a Khan Yunis, nel sud del territorio palestinese. Altri 25 parenti sono rimasti feriti. 
Nella notte sono proseguiti anche i lanci di razzi contro Israele da Gaza, dove da martedì migliaia di persone sono senza elettricità dopo che è stata colpita l’unica centrale elettrica.

El Salvador, Perù e Cile richiamano ambasciatori
El Salvador, Perù e Cile hanno richiamato i propri ambasciatori a Tel Avivin segno di protesta per l’offensiva militare israeliana nella Striscia di Gaza. In un comunicato, il ministero degli Esteri israeliano ha espresso “profondo disappunto” per quella che ha definito una “decisione avventata” che incoraggia Hamas. Il ministro degli esteri israeliano ha espresso “delusione” per la decisione ”avventata”. “Questo passo – ha detto il portavoce del ministero – è un incoraggiamento ad Hamas, gruppo riconosciuto come organizzazione terroristica da molti paesi nel mondo”.

 

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“Hamas è la nostra difesa, ma stavolta il prezzo è troppo alto. E ci fa paura”

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