“Ora la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa nei confronti di Marcello Dell’Utri è definitiva”. E’ quanto ha provveduto a comunicare il ministro della Giustizia, Andrea Orlando alle competenti autorità libanesi. Che ora dovranno tener conto della sopravvenuta irrevocabilità della sentenza di condanna pronunciata dalla Corte d’Appello di Palermo.  “La sentenza – ha spiegato il Guardasigilli – è divenuta esecutiva a seguito del rigetto del ricorso per cassazione proposto dalla difesa dell’imputato. La trasmissione della comunicazione alle Autorità Libanesi avviene attraverso i consueti canali diplomatici”. Un atto dovuto, quindi, ma allo stesso tempo obbligato. Dal suo ricevimento a Beirut, infatti, passa la decisione della giustizia del Paese dei cedri circa l’estradizione dell’ex senatore di Forza Italia. 

L’iniziativa di Andrea Orlando arriva all’indomani dell’ultima parola della giustizia italiana sulla vicenda Dell’Utri. L’avvocato del fondatore di Forza Italia, però, non la pensa così. Giuseppe Di Peri, infatti, ha preannunciato nuove battaglie legali: “Siamo delusi da questa decisione della Cassazione perché a nostro avviso c’erano tutti gli spazi per un annullamento della condanna: vedremo ora quali iniziative intraprendere. Ricorreremo alla Corte Europea di Strasburgo per verificare se questo procedimento ha camminato nei giusti binari”. 

E’ ancora Di Peri a sostenere che sul fronte dell‘estradizione le cose non cambiano: “Non ci sarà alcuna accelerazione né cambierà nulla nella procedura attivata dalle autorità italiane per chiedere l’estradizione di Marcello Dell’Utri: semplicemente il titolo custodiale sarà tramutato in ordine di carcerazione in seguito alla decisione della Cassazione di questa sera”. Poi ha aggiunto: “Tutta la procedura sull’estradizione è in mano agli avvocati libanesi che assistono Dell’Utri”. Dell’Utri, infatti, è ancora ricoverato all’ospedale di Beirut e piantonato dalle forze dell’ordine. Intanto Di Peri sostiene che “sono stati appena avvertiti della decisione della Cassazione e lo comunicheranno al senatore”. 

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