Pare che gli ecoincetivi 2014, così come sono stati pensati, non piacciano ai venditori d’auto. Federauto, l’associazione dei concessionari, ci va giù pesante: “Si tratta di un ‘porcellum dell’auto’ che riguarderà solo l’1% del mercato delle auto private”, ha dichiarato sul sito dell’associazione il presidente Filippo Pavan Bernacchi. La critica si concentra soprattutto sui contributi alle aziende e ai titolari di partita Iva, che saranno erogati solo a fronte della rottamazione di un veicolo vecchio di almeno dieci anni, situazione molto rara per i mezzi aziendali. “La riprova che questa impostazione non funziona è che lo scorso anno i fondi a disposizione dei privati sono terminati in mezza giornata, mentre quelli per le aziende sono rimasti in larga parte inutilizzati”, prosegue Pavan Bernacchi.

Il ministero dello Sviluppo economico precisa che gli incentivi per le auto a basse emissioni non sono un’iniziativa del governo ma del Parlamento e la misura “non intende in alcun modo rispondere alle criticità del mercato auto, quanto corrispondere a finalità di carattere ambientale”. Quanto alla crisi complessiva del settore auto, Federauto e il ministero la vedono in maniera opposta. Il Mise ricorda di aver promosso la costituzione, lo scorso ottobre, della Consulta nazionale per l’automotive per trovare soluzioni condivise con le associazioni del settore. Peccato che, secondo Federauto, da mesi il mondo dell’auto dica che questi incentivi non li vuole. “Non ho mai sentito nessuno affermare di voler rinunciare a soldi pubblici a sostegno del suo comparto, e il fatto che noi ci siamo spinti a tanto dovrebbe far riflettere il nuovo governo, in primis il premier Renzi e il ministro Guidi”. Prosegue Pavan Bernacchi: “Ci hanno spiegato all’epoca che non sono misure per sostenere il mercato, ma un ‘esperimento’ per ricavare dati e tendenze. Noi riteniamo che non sia il momento storico per fare esperimenti con i soldi pubblici. E questa operazione, per prima cosa, non è etica. Il mondo dell’automotive in Italia occupa 1.200.000 persone, fattura l’11,4% del Pil, e sta perdendo il 35% del fatturato rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Noi abbiamo bisogno di un piano organico a tutto tondo. Abbiamo da poco presentato il nostro piano al premier Renzi, ma ad oggi non abbiamo ricevuto segnali”.

Intanto, si delinea l’elenco dei modelli incentivati. Spulciando i listini delle automobili – ma i contributi valgono anche per ciclomotori, motocicli, quadricicli e veicoli commerciali leggeri – il malcontento dei concessionari si capisce ancora meglio: per quelle poche migliaia di privati che riusciranno ad accedere agli incentivi, i parametri sono così stretti che quasi soltanto le auto ibride e le elettriche li rispettano. Per quanto riguarda il metano, sono solo sette i modelli che emettono meno di 95 g/km di CO2, e due quelli a Gpl. E così, per assurdo, ha diritto a un aiuto di 5.000 euro chi ne spende 130.000 per una supercar come la BMW i8, a 4.000 chi compra una Porsche Panamera ibrida plug-in, ma non chi acquista una Fiat 500 a Gpl, che emette 106 g/km di CO2. Il costruttore nazionale, che aveva beneficiato fortemente degli incentivi nel 2009 e 2010, quest’anno rimarrà quasi a bocca asciutta: fra i suoi modelli, saranno “spinte” dallo Stato solo la Panda e la Lancia Ypsilon a metano. Diverso il discorso per le aziende: in quel caso l’elenco è molto più ampio. Ma rimane la famosa clausola dell’auto da rottamare, che nel 2013 ha fatto sì che rimanessero sul piatto, inutilizzati, 32 milioni di euro.

L’elenco delle automobili incentivate (per i privati)

Autovetture a listino con emissioni di CO2 comprese fra 0 e 50 g/km: godono del 20% di incentivo sul prezzo d’acquisto (Iva esclusa) fino a un massimo di 5.000 euro.
Risorse stanziate: 9,51 milioni di euro.

BMW i3 (elettrica)
BMW i8 (ibrida plug-in)
Chevrolet Volt (elettrica ad autonomia estesa)
Citroën C-Zero (elettrica)
Ford Focus (elettrica)
Mia Electric (elettrica)
Mitsubishi i-MiEV (elettrica)
Mitsubishi Outlander (ibrida plug-in)
Nissan Leaf (elettrica)
Opel Ampera (elettrica ad autonomia estesa)
Peugeot iOn (elettrica)
Renault Fluence (elettrica)
Renault Zoe (elettrica)
Smart fortwo (elettrica)
Tesla Model S (elettrica)
Tesla Roadster (elettrica)
Toyota Prius (ibrida plug-in)
Volvo V60 (ibrida plug-in)

Autovetture a listino con emissioni comprese fra 50 e 95 g/km di CO2: godono del 20% di incentivo sul prezzo d’acquisto (Iva esclusa) fino a un massimo di 4.000 euro.
Risorse stanziate: 22,19 milioni di euro.

Citroën DS5 (ibrida)
Fiat Panda (bi-fuel metano)
Ford Fiesta (bi-fuel Gpl)
Lancia Ypsilon (bi-fuel metano)
Lexus CT (ibrida)
Mitsubishi Space Star (Gpl)
Nissan Micra (bi-fuel metano)
Peugeot 3008 (ibrida)
Porsche Panamera (ibrida plug-in)
Seat Mii (bi-fuel metano)
Skoda Citigo (bi-fuel metano) 
Toyota Auris (ibrida)
Toyota Prius (ibrida)
Toyota Prius+ (ibrida)
Toyota Yaris (ibrida)
Volkswagen Up! (bi-fuel metano) 
Volkswagen Golf (bi-fuel metano)  

L’elenco delle automobili incentivate (per le aziende, solo a fronte della rottamazione di un veicolo di almeno 10 anni di età)

Autovetture a listino con emissioni massime di 120 g/km di CO2: godono del 20% di incentivo sul prezzo d’acquisto (Iva esclusa) fino a un massimo di 2.000 euro.
Risorse stanziate: 31,7 milioni di euro.

Tutte le precedenti, più:
Audi A3 (bi-fuel metano)
Chevrolet Spark (bi-fuel Gpl)
Chevrolet Aveo (bi-fuel Gpl)
Dacia Sandero (bi-fuel Gpl)
Dacia Logan  (bi-fuel Gpl)
Fiat 500 (bi-fuel Gpl)
Fiat Panda (bi-fuel Gpl)
Fiat Punto (bi-fuel metano e bi-fuel Gpl) 
Fiat 500L (bi-fuel metano)
Fiat Qubo (bi-fuel metano)
Honda Jazz (ibrida)
Hyundai i10  (bi-fuel Gpl)
Hyundai i20 (bi-fuel Gpl)
Kia Picanto (bi-fuel Gpl)
Kia Rio (bi-fuel Gpl)
Lancia Ypsilon (bi-fuel Gpl)
Lexus GS (ibrida)
Lexus IS (ibrida)
Mercedes Classe B (bi-fuel metano)
Mercedes Classe E (bi-fuel metano e ibrida)
Nissan Juke (bi-fuel Gpl)
Opel Adam (bi-fuel Gpl)
Opel Corsa (bi-fuel Gpl)
Peugeot 208 (bi-fuel Gpl)
Renault Clio (bi-fuel Gpl)
Tata Vista (bi-fuel Gpl)
Volkswagen Passat  (bi-fuel metano)
 

 

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