La storia di Gioia che di mestiere fa “l’accarezzatrice”. In Italia la figura professionale dell’assistente sessuale per i disabili ancora non esiste (anche se il 24 aprile viene presentata una proposta di legge per introdurla anche nel nostro Paese), ma Giorgia Wurth ha deciso di dedicare al tema un libro. L’ultimo romanzo dell’attrice e conduttrice tv infatti racconta della vita di un’assistente sessuale, ovvero di una persona adeguatamente formata che offre la possibilità alle persone disabili di esplorare il proprio corpo attraverso atti di intimità e masturbazione. In Svizzera, Danimarca, Olanda e Germania da oltre dieci anni è un lavoro come tutti gli altri, mentre in Italia rappresenta ancora un tabù.

Accarezzatrice è un termine poetico per descrivere l’assistente sessuale – racconta a ilfattoquotidiano.it l’autrice – L’ho scelto perché la carezza esprime bene la natura di questi incontri, che hanno più a che fare con la sensualità che con la sessualità. A volte semplicemente ci si abbraccia per ore“. L’autrice ha scoperto l’esistenza di questa figura professionale cinque anni fa, mentre era in Svizzera, e l’ha scelta per renderla protagonista del suo libro. “Spesso la si paragona a una prostituta. La differenza sta nella formazione: esistono corsi di circa due anni con medici, psicologi e sessuologi che rendono la persona in grado di interfacciarsi non solo col disabile, ma anche con i medici e le famiglie“.

“Nel caso dell’autismo, prima di approdare alla sfera sessuale, bisogna intercettare un codice di comunicazione, così come fa Gioia, protagonista del libro, ex infermiera vittima della crisi, quando s’imbatte in Paolo, ragazzo autistico che decide di aiutare”. La Wurth descrive un contesto medico e assistenziale realistico e documentato. Nelle pagine del libro la protagonista incontra Fabio, disabile gay di vent’anni che vive un doppio isolamento. “Ha una disabilità gravissima e non muove più niente, tranne l’organo sessuale. Il padre, all’oscuro della sua omosessualità, fa di tutto per renderlo felice. Prova invano con i regali. Sarà Gioia ad aiutarlo ad affrontare il genitore e gli presenterà un assistente uomo”.

Nel libro si parla anche di Rosaria e Salvatore, una coppia affetta da Sla. “La moglie chiama l’assistente sessuale per il marito, perché intervenga laddove lei non è più in grado di dare piacere al suo uomo. E’ a quel punto che Gioia si chiede se si tratti di una forma di perversione estrema o il più alto dei gesti d’amore“. L’autrice affronta anche il tema degli abusi sui disabili negli istituti. “A volte il malato li accetta e non denuncia perché è l’unico modo per avere uno sfogo sessuale“. Nel libro si parla anche delle madri che, in assenza dell’accarezzatrice o laddove le prostitute si fermino dinanzi all’handicap, scelgono di intervenire loro stesse per aiutare i figli quando manifestano gravi disagi come masochismo, esibizionismo e forme di violenza. “Racconto la storia vera di Diana, madre di Luigi, un ragazzo spastico. Una donna meravigliosa che, lasciata dal marito, ha vissuto in prima persona un’esperienza con un uomo con la stessa patologia del figlio. E ne parla come uno dei momenti migliori da un punto di vista affettivo e sessuale della sua vita. Compresa sulla sua pelle la sessualità di un disabile, ha mortificato negli anni la sua femminilità per apparire agli occhi del figlio il meno attraente possibile”. 

Per scrivere il libro la Wurth ha chiesto il contributo e sostegno di Lorenzo Fumagalli, assistente sessuale svizzero, e di Max Ulivieri, blogger de ilfattoquotidiano.it e ideatore di www.loveability.it e responsabile del “Comitato per la promozione dell’assistenza sessuale”. Dopo aver ricevuto visibilità da stampa e tv, la battaglia del comitato è arrivata in Senato e, grazie all’appoggio del deputato Pd Sergio Lo Giudice, si è trasformata nel disegno di legge n° 1442, “Disposizioni in materia di sessualità assistita per persone con disabilità”. Un passo avanti perché l’assistenza sessuale diventi una libera scelta e la sessualità un diritto per tutti.

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